“CHI DICE DONNA DICE DANNO” (parte I)
La condizione delle donne all’interno della società ha subito molti cambiamenti nel corso dei secoli, a seconda dei fattori geografici, storici, all’appartenenza sociale, all’evoluzione politica e giuridica dei popoli. Ciò che accomuna quasi tutti i tempi e paesi è il fatto che la donna è stata sottoposta a un trattamento meno favorevole a quello riservato all’uomo, rimanendo esclusa da una serie di diritti e attività; è stata inferiore all’uomo anche sui piani giuridico ed economico.
Ma dove cercare il motivo di questa persecuzione? Perché l’unico ruolo riconosciuto alla donna era quello di madre all’interno della famiglia e il suo compito principale era quello di svolgere le faccende domestiche.
Pronti, care lettrici e cari lettori, ad essere catapultati nel passato a bordo della nostra “macchina del tempo”?
“Grasso è bello”, ve lo dice Venere (la steatopigia)
Le nostre antenate d’epoca preistorica alimentavano sostanzialmente il focolare domestico, che ardeva giorno e notte e aveva funzione, oltre che di riscaldamento e cucina, anche di punto d’incontro. Ma niente “Night Party” per le nostre amiche: a loro toccava badare ai figli, alla raccolta di erbe e radici commestibili. Erano donne invisibili, almeno dopo l’homo sapiens che le maltrattava come fossero animali.
Inizialmente nelle civiltà dei fiumi (Egitto, Persia, Assiria, Babilonia) la donna aveva una posizione molto elevata all’interno della società: erano diffuse le famiglie matriarcali; in seguito, con l’ascesa delle monarchie militari, le nostre sorelle mesopotamiche ed egizie persero di prestigio e si iniziarono a formare i ginecei o harem, dai quali le donne non potevano uscire e dove non potevano vedere nessun uomo ad eccezione del proprio marito poligamo. Ma i diritti femminili in quella lontana epoca non erano per niente scontati! Ad esempio quello all’eredità, oppure la gestione del patrimonio, le attività commerciali, per continuare su una sorta di divorzio (incredibile, allora in Afghanistan erano libere di scegliersi il marito!).
Le Egizie poi erano addirittura proprietarie terriere, ma anche scriba, letterate, medichesse, ostetriche. Le popolane svolgevano le faccende domestiche o lavoravano nei campi, le donne più ricche assumevano delle bambinaie per i loro figli e facevano le cantanti, le musiciste, le profumiere o le sacerdotesse, praticavano ginnastica e nuoto.
L’iconica Cleopatra, regina d’Egitto, fu una vera donna di Stato, dotata di genio politico e straordinariamente colta.
Nell’antica Grecia la condizione femminile era simile a quella dello schiavo: destinata al matrimonio e alla maternità, la donna trascorreva la sua intera esistenza sotto la tutela di un uomo. Nella società greca alle donne non era concesso alcun diritto di espressione di carattere elettorale o politico, era vietato assistere a qualsiasi manifestazione pubblica e ai Giochi Olimpici, oltre che praticare qualsiasi attività sportiva. Ciò conferma la condizione di inferiorità a cui era soggetta.
Tra le donne c’erano però delle figure privilegiate, che godevano di grandi onori e diritti, parliamo delle muse e sacerdotesse. Erano scelte tra le fanciulle appartenenti alle famiglie patrizie e rimanevano in carica per trent’anni, durante i quali avevano l’obbligo di rimanere vergini: coloro che infrangevano la regola venivano sepolte vive.
Poi c’era Saffo di Lesbo, la più nota, tradotta e studiata poetessa greca dell’antichità… E i motivi sono letterari, non scabrosi eheh!-)
All’interno della società romana, invece, la donna possedeva maggiore indipendenza e dignità, poteva uscire e accedere alla cultura, ma doveva pur sempre conservare la sua posizione di subalternità rispetto all’uomo. Le donne trascorrevano le loro giornate all’interno della domus, la casa, e le agorà (dove avvenivano i mercati e le attività della vita pubblica). A Roma la donna fu considerata quasi pari all’uomo, ad esempio entrambi i genitori avevano pari obblighi nei confronti dei figli e la donna poteva accompagnare il marito alle feste, a patto che mangiasse seduta e non sdraiata come era norma per gli uomini. Tuttavia le donne non potevano accedere alle magistrature pubbliche.
Il massimo elogio che i romani concepivano per le donne era “casta fuit, lanam fecit domum servavit (“fu casta, lavorò la lana, custodì la casa”), frase che sottolinea come una donna per essere buona sposa e madre si doveva dedicare unicamente alla famiglia.
Agrippina Minore, Augusta dell’impero romano, la prima donna a governare l’impero durante i primi anni del regno del figlio Nerone. Nel suo breve periodo da reggente, si dimostrò particolarmente abile.
“Non giocate col fuoco”, parola di Giovanna D’arco
Nel Medioevo la condizione della donna peggiorò, infatti il cristianesimo, oltre che reputare la donna “malvagia per natura”, impose la sottomissione della donna all’uomo. Le donne dovevano essere remissive, servizievoli e riconoscere la propria inferiorità: chi non era disposta a farlo veniva condannata al rogo. É il caso di Giovanna D’arco, la Pulzella d’Orléans, che prese parte alla guerra dei cent’anni, il cui intervento fu decisivo, caduta in mano agli inglesi fu accusata di stregoneria e bruciata viva. In questo periodo infatti, la donna veniva ritenuta la rappresentante del Diavolo sulla Terra, le cosiddette streghe, capace di trarre in inganno l’uomo spingendolo al peccato.
Le poche eccezioni furono solo per le donne di potere che godevano di libertà maggiori, l’esempio più straordinario è quello di Isabella di Castiglia, la regina spagnola, a cui si deve non solo l’unificazione territoriale e spirituale della penisola iberica ma anche il finanziamento dei viaggi oltreoceano tra cui quello di Colombo che portò alla scoperta dell’America.
Tuttavia, dopo il 1000, con l’avvento del Dolce Stilnovo, che celebrava l’amore puro e profondo verso la donna, essa era paragonata ad un angelo che rendeva nobili i sentimenti degli uomini e metteva l’uomo in diretto rapporto con Dio.
Fu proprio Dante Alighieri, secondo alcuni studiosi, a esaltare questo stile nella Divina Commedia; alcuni versi danteschi recitano addirittura così: “Donne ch’avete intelletto d’amore”, come fossero le donne le SOLE a capire l’Amore!
La tête d’Olympe… Roulante!
La funzione sociale delle donne in età moderna si ridusse drasticamente dopo la Controriforma anche a causa del ritorno alla legislazione romana. Le donne relegate alla sfera privata e ritenute indegne di prendere parte al discorso pubblico e al progresso civile, venivano obbligate al convento o al matrimonio. Per quanto risulti strano, nemmeno in pieno clima illuminista le cose cambiarono… Perciò provarono a cambiarle le donne stesse!
Elisabetta I, considerata una delle più grandi sovrane della storia nel XVI secolo trasformò l’Inghilterra in una grande potenza politica e commerciale, gettando le basi per la supremazia coloniale dell’Inghilterra.
Artemisia Gentileschi, pittrice italiana, fu la prima donna nel mondo a denunciare lo stupro (e alludervi nel quadro della Decapitazione di Oloferne) e ad intentare un processo contro il suo stesso stupratore. Olympe de Gouges, drammaturga francese, pubblicò nel 1791 “La dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” in cui propugnava l’uguaglianza socio-politica tra uomo e donna.
Respinta la sua rivendicazione… Fu ghigliottinata in pubblica piazza: questa la fine di tante attiviste per la parità, ahia noi non solo nel passato!
AMMEL CHAABANE, GIULIA POLEI e GAIA SARACINI, 5B ESABAC
One Comment
caterina grottini
Come gia abbiamo letto da questo articolo e da come sappiamo, la donna ha dovuto combattere secoli per i suoi diritti anche quelli che ora screditiamo o diamo per scontati. Partendo dall’andare a scuola, che a molte di noi ragazze non piace per la grande quantità di studio. Ma, tutti i giorni diamo per scontato che grazie ad essa riusciamo finalmente a tenere discorsi col sesso opposto senza essere zittite o sminuite. Ancora, purtroppo ci sono problemi con i salari.
In molte parti del mondo, c’è ancora il gravissimo problema dei matrimoni combinati, nella seconda parte di questo articolo intitolato “Il naso… Di Cleopatra”, c’è proprio scritto incredibile, allora in Afghanistan erano libere di scegliersi il marito!, perché ora non è più possibile per la maggior parte della famiglie.
Artemisia come possiamo leggere, fece un grande atto per tutte le donne e denunciò uno stupro e soprattutto decise di sostenere un vero e proprio processo contro il proprio stupratore!
Purtroppo, sotto alcuni aspetti, le donne sono ancora poste al di sotto del sesso opposto, ma abbiamo raggiunto moltissimi obiettivi grazie a numerose proteste. Le principali che hanno combattuto per i diritti delle donne, ricordiamo in particolare quelle nominate in questo articolo, sarebbero orgogliose dei grandi progressi fatti!