Caccia all’orsa. Che fine farà Jj4?
Il 13 aprile, una settimana fa, è stato dato l’ultimo saluto ad Andrea Papi, il runner ventiseienne, laureatosi a Ferrara in Scienze motorie, trovato morto a causa di un’aggressione da parte di un’orsa, sul Peller alle tre del mattino di giovedì 5 aprile.
L’orsa che ha ucciso Andrea Papi si chiama Jj4, uno degli esemplari di orso bruno che discendono da due dei 9 individui, 3 maschi e 6 femmine, reintrodotti tra il Trentino occidentale e le province di Bolzano, Brescia, Sondrio e Verona nell’ambito del progetto Life Ursus, avviato nel 1996 per la tutela della popolazione di orso bruno del Brenta, finanziato dall’Unione Europea. Jj4 è nata 17 anni fa proprio in Trentino, figlia degli orsi bruni Joze e Jurka provenienti della Slovenia e rilasciati nel Parco Naturale Adamello Brenta tra il 2000 e il 2001. Il nome Jj4, così come quelli di tutti gli altri orsi che arrivano da quegli esemplari sloveni, deriva dalle iniziali dei nomi dei genitori, mentre il numero indica l’ordine di nascita.
Jj4 è uno dei tre esemplari considerati “problematici” che erano già finiti nella lista nera del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, anche prima che arrivasse il verdetto sui residui genetici dell’animale lasciati sul luogo dell’aggressione al giovane. Jj4 era infatti già sfuggita all’abbattimento poco meno di tre anni fa.
Era il 22 giugno del 2020 quando l’orsa aggredì due persone, padre e figlio, sul Monte Peller. Dopo quell’aggressione la Giunta provinciale di Trento ne aveva chiesto la cattura e l’abbattimento, ma l’intervento del Tar di Trento aveva evitato il tragico epilogo: l’ordinanza di cattura fu annullata e Jj4 fu munita di così da poter essere seguita e monitorata senza alcuna difficoltà. Il radiocollare tuttavia non trasmette più dall’agosto del 2022 e, a quanto era stato riferito, appena l’orsa fosse stata rintracciata, si sarebbe passati all’abbattimento.
Ad intervenire per salvare la vita dell’orsa e dei suoi compagni si sono subito mossi gruppi di animalisti che considerano ingiustificata la scelta di uccidere l’animale. A schierarsi a favore della salvaguardia dell’orsa è stato anche Massimo Vitturi, responsabile nazionale dell’area Animali Selvatici della LAV – Lega Anti Vivisezione, associazione di tutela ambientale riconosciuta, che si occupa di tutela degli animali e di riconoscimento dei loro diritti, primo fra tutti quello a vivere senza sofferenze. Vitturi non ha perso tempo ad attaccare il presidente Fugatti che, a suo parere, «non ha mai fatto nulla per garantire i cittadini, informandoli ed educandoli a una corretta convivenza. Uccidere gli orsi non significa sicurezza. Per questo è importantissimo sapere come comportarsi in caso di incontro e come affrontarli. Questa informazione doveva essere data proprio dalla Provincia di Trento, che invece negli ultimi 24 anni non ha fatto nulla. E oggi, non potendo più prevenire, se la prende con gli animali».
Sono tantissime le specie animali purtroppo pericolose per gli umani, ma pensare di uccidere i pochi esemplari rimasti di una specie in via d’estinzione con il fine di garantire la sicurezza umana, non è mai la giusta decisione. Come alternativa si potrebbe pensare alla deportazione dell’animale in una zona non fortemente antropizzata come quella trentina, ma uccidere Jj4 sarebbe solo un gesto non risolutivo (vista la grande quantità di orsi presenti sul territorio), e punitivo contro un animale che ha solo seguito il suo istinto.
Anche l’uomo in fondo è una creatura violenta, con la differenza che l’animale non compie mai atti di violenza ingiustificata ma attacca qualora si senta minacciato o in pericolo, per proteggere se stesso e i suoi cuccioli o in caso sia alla ricerca di cibo.
Fortunatamente il Tar di Trento ha però sospeso l’ordinanza di abbattimento di Jj4. Resta invece possibile la cattura dell’orsa che potrà essere “reclusa”, in attesa del parere formale dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulla necessità dell’abbattimento. Possiamo solo sperare che l’orsa venga salvata e magari trasferita in una zona più sicura, che sembra essere la soluzione migliore per salvaguardare la vita dell’animale e delle persone.
Ad esprimere il proprio pensiero è stato anche Paolo Cognetti, scrittore milanese 45nne che si è ritirato in Valle d’Aosta e che ha scritto “Le otto montagne”, romanzo con il quale ha vinto il Premio Strega nel 2017. Egli racconta: «io ho visitato l’Alaska e il Canada, dove nelle ampie foreste gli orsi e gli altri animali selvatici pullulano; in ogni supermercato di qualsiasi cittadina lo [ndr: “lo”=”Spray antiaggressione”] vendono e funziona ». Già utilizzato da anni in America, lo spray protettivo anti orso, grazie al suo getto e alla grande nuvola di sostanza irritante a base di peperoncino che si diffonde nell’aria, mette sempre in fuga l’orso e evita ogni rischio di contatto con l’essere umano.
Qualcuno si preoccupa però dell’uso improprio che potrebbe esserne fatto in caso questo prodotto venga legalizzato e venduto in Italia, però Alberto Stoffella, ex forestale che fin dagli esordi lavorò al progetto Life Ursus e che si mostra favorevole alla legalizzazione dello spray anti orso, risponde con una brillante affermazione: «Lo si dovrebbe vendere dietro presentazione di un documento di identità. Certo, può essere usato per altri scopi. Ma una rapina uno la fa anche con il fucile da caccia o il coltello da cucina.»
Breaking News (20 aprile 2023)
Il presidente Fugatti ha firmato un decreto con il quale dispone la rimozione, tramite abbattimento, di Mj5, l’orso di 18 anni ritenuto responsabile dell’aggressione di un uomo avvenuta lo scorso 5 marzo in valle di Rabbi. Il decreto dispone l’identificazione genetica dell’esemplare, attraverso cattura preliminare. L’incarico è conferito al Corpo forestale provinciale, con la collaborazione per quanto di competenza dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Nel provvedimento – si apprende – si ripercorre quanto accaduto la mattina del 5 marzo scorso, quando un uomo è stato aggredito da un orso in località Mandriole, all’uscita della val di Rabbi, nel Comune di Malè.
La petizione online: “Liberate l’orsa JJ4”
Intanto non è ancora stata presa una decisione sul futuro dell’orsa JJ4, catturata ieri in Trentino. A meno di 24 ore dal suo lancio, ha raccolto 60mila firme la petizione online lanciata su Change.org da Oipa Trento che chiede al presidente della Provincia di Trento Fugatti, al ministro dell’Ambiente Fratin e al presidente del Consiglio Meloni l’immediata liberazione dell’orsa JJ4 affinché possa “tornare dai suoi cuccioli e sia salvata dall’abbattimento“.
Nella petizione si chiede anche “l’avvio di un progetto di gestione degli orsi in Trentino per una convivenza consapevole uomini-orsi; lo stop alle attuali procedure che riguardano propositi di abbattimento e cattura generalizzata degli orsi in Trentino”. Il numero delle firme, spiegano i promotori, “continua a crescere di minuto in minuto”.
LAURA SCHIAROLI, 5B ESABAC