“C’è ancora domani” è il film che segna l’esordio alla regia di Paola Cortellesi, che finora ci aveva abituato a vederla in ruoli comici e brillanti.
Questo film invece “spiazza un po’”, perché la storia è tutto meno che comica, anche se ci sono alcune scene che ci fanno intravedere il registro umoristico dell’attrice e altre girate con tecniche particolari, utilizzando ad esempio anche una colonna sonora anacronistica ma, a proposito di tempo… Quando si svolge questa storia? Ci troviamo a Roma, nel 1948, ossia nell’anno del referendum tra Repubblica e Monarchia, in cui per la prima volta saranno chiamate al voto anche le donne.
È un appuntamento importante per il Paese ma sembra essere una preoccupazione molto lontana dalla vita
della protagonista Delia/Paola Cortellesi, una donna con tre figli sposata a un uomo violento in tutti i sensi, fisici e psicologici.
Un uomo che spezzerebbe lo spirito di chiunque. Delia, infatti, sembra una donna spezzata, incapace di reagire, succube del marito.
Nel corso del film scopriamo che in realtà è considerata anche troppo ribelle dal marito e dal suocero, un anziano invalido che vive con loro, che la considera una brava donna che, però, parla e risponde troppo.
Delia attraversa la vita con fatica, impegnata in mille lavori, con l’unica gioia di vedere la figlia maggiore, Marcella, innamorata di qualcuno all’opposto del marito: un ragazzo di famiglia benestante, educato, attento e premuroso verso la fidanzata. Quando finalmente i due si fidanzano ufficialmente, la soddisfazione di Delia sembra completa.
Ma… è tutto oro quello che luccica?
Davvero solo perché più istruito e di classe sociale più elevata, Giulio sarà un marito migliore di Ivano?
E Delia che ne pensa in fondo in fondo? È davvero -come l’accusa la figlia- una donna che non sa prendere posizione, una nullità capace solo di farsi picchiare dal marito?
Il film ci mostra in maniera molto esplicita come la donna era considerata quasi 80 anni fa in Italia, e il difficile equilibrio che doveva sostenere per mantenere la propria dignità e non lasciarsi “schiacciare” dagli uomini. La storia si sviluppa dentro un momento storico fondamentale per il
nostro paese, e molto importante per le donne italiane: dal voto del 2 giugno uscirà l’Assemblea Costituente che vedrà anche diverse donne a scrivere la nostra Costituzione.
Ma la società italiana sarà pronta per fare spazio alle donne? E oggi, a distanza di tanti anni, come rispondiamo a questa domanda?
MARTA BRECCIA, 2BL
5 Comments
benedetta battistini
Questo articolo mi ha davvero colpito perché parla di un film che affronta temi profondi e significativi. La descrizione della protagonista, Delia, e della sua lotta contro un marito violento, mi ha fatto riflettere sulla forza e sulla capacità di riprendersi delle donne di fronte alle difficoltà. Mi fa anche pensare a quanto sia importante continuare a lottare per l’uguaglianza di genere e per il rispetto dei diritti delle donne, sia nel passato che nel presente. Penso che questo film sia un’opportunità per il pubblico di riflettere su temi così importanti e consiglio a tutti di guardarlo.
Ester Baldoni
Questo articolo parla del film “C’è ancora domani”, che ci porta indietro nel tempo fino al 1948 in Italia, mostrandoci la vita delle donne di allora. Attraverso il personaggio di Delia, il film ci fa riflettere sulle sfide che le donne affrontavano, ad esempio la difficoltà nel dover bilanciare la propria dignità con le aspettative sociali e familiari e il loro costante impegno per ottenere rispetto e dignità dalla società. È triste vedere come anche dopo così tanti anni questa condizione delle donne non sia scomparsa e sia un tema cruciale anche oggi. Questo mi fa riflettere sulla necessità continua di lottare per l’uguaglianza di genere e sull’importanza di affrontare le disuguaglianze presenti nella nostra società, ma ancor prima di affrontarle è importante riconoscerle e ammetterle.
sofianucci
In questa recensione si parla del film “c’è ancora domani” la cui protagonista è una donna chiamata Delia ed interpretata dall’attrice Paola Cortellesi che, con semplicità, ci fa entrare nell’ottica del periodo post seconda guerra mondiale ma soprattutto ci fa capire il ruolo della donna e l’importanza a lei attribuita nella società. In tutto il film si vede la donna, madre di tre figli, che cerca di ribellarsi al marito che la sottomette ma neanche i suoi figli, specialmente la figlia maggiore, la capiscono e gli vanno contro anche loro. Una cosa che mi ha colpito di questo film è l’utilizzo del bianco e nero che secondo me, simboleggia la vita triste e spenta di Delia. Pensando alla società di oggi, ci sono meno pregiudizi verso le donne ma comunque rimane ancora una disparità di genere e la cosa più triste è che molte volte si normalizza o ci si disinteressa a ciò.
giulia masini
L’articolo è molto interessante in quanto offre una riflessione approfondita sul film “C’è ancora domani”, evidenziando il suo valore informativo del contesto storico e sociale italiano. Attraverso la storia della protagonista Delia, il film parla della condizione delle donne e della società italiana dell’epoca e offre uno sguardo prezioso sulle sfide affrontate dalle donne e sulla lotta per mantenere la propria dignità. La domanda se la società italiana sia pronta a fare spazio alle donne emerge come un tema centrale, sia nel contesto del film sia nell’attualità. Oggi, a distanza di tanti anni, mentre ci sono stati progressi significativi nel riconoscimento dei diritti delle donne e nell’uguaglianza di genere, ci sono ancora tante sfide da affrontare. La consapevolezza e l’impegno per promuovere l’equità di genere sono cresciuti, ma comunque rimangono disparità e discriminazioni persistenti.
rachele raimondi
Il debutto alla regia di Paola Cortellesi con “C’è ancora domani” è una svolta rispetto ai suoi ruoli comici abituali. Il film, ambientato nel 1948 durante il referendum tra Repubblica e Monarchia, offre una prospettiva toccante sulla vita di Delia, una donna oppressa da un marito violento. Il film mette in luce le sfide che le donne italiane affrontavano all’epoca e solleva domande importanti sulla condizione femminile, sia nel passato che nel presente.