Dal 17 marzo 2023 a Forlì è allestita nella nota location dei Musei Civici di San Domenico la mostra “L’arte della moda”, un percorso visivo della moda nella società e storia dei secoli scorsi fino alla prima metà del XX secolo. Dato il successo straordinario dell’esposizione e la rarità delle opere e modelli esposti, la mostra sarà prorogata fino al 2 Luglio 2023: perché vederla? Perché la moda NON è solo frivolezza?
Bisogna sapere che è il Positivismo, un movimento filosofico e culturale nato in Francia nella prima metà dell’Ottocento, che ha avuto influenze anche in campo scientifico, con la rivoluzione darwiniana ad esempio, ha giocato nella moda un ruolo importante.
Il tema principale del Positivismo è il progresso e dal punto di vista della moda, infatti, tutte le classi sociali cominciano a vestirsi quasi nella stessa maniera, rompendo le regole, rispettate fino a quel momento.
In questo secolo si espandono le città, cresce il numero di fabbriche e, di conseguenza, servono più operai; persino i borghesi cominciano a lavorare! Ha inizio una vera e propria rivoluzione dal punto di vista dell’abbigliamento, infatti i borghesi non indossano più vestiti pieni di merletti e pizzi ma cominciano a portare abiti più pratici, consoni al lavoro che svolgono.
L’abbigliamento era dunque il biglietto da visita, anche professionale, nella società del tempo: infatti in Francia a metà dell’’800, i borghesi spendevano per i vestiti poco meno di quanto spendessero per il cibo o per l’affitto di casa.
Dopo la rivoluzione francese, le donne passano dai vestiti sfarzosi ad abiti con tessuti leggeri, abolizione del corsetto, il punto vita alto, sotto il seno: è la nascita dello stile impero.
A metà del 1800 quindi gli abiti femminili perdono di volume, diventando aderenti sia nella gonna che nel corpino.
Tra gli stili emergenti della moda dell’epoca poi per l’uomo si afferma anche il Dandismo: il “dandy”, elegante e raffinato, insieme allo stile bohémien (dal quale deriva l’attuale Boho Chic) spopolano.
Ma diamo uno sguardo al panorama inglese: nello stile vittoriano (1850 circa) il numero delle sottogonne diminuì per far spazio alla crinolina, mentre la larghezza delle gonne aumentò. I vestiti da giorno avevano un corpetto solido mentre quelli da sera avevano una scollatura molto profonda e venivano indossati con degli scialli sulle spalle.
Gli uomini indossavano un gilet, che permetteva di diventare visivamente più composto. Più tardi sostituito da giacche larghe, anche l’uomo ha la possibilità di respirare!-)
Infine il cappotto da uomo ha acquistato sempre più popolarità, tanto che la sua lunghezza è stata in costante evoluzione.
Alla fine del XVIII secolo, i modellini degli abiti venivano venduti da commercianti di stoffe ad esempio, che si rivolgevano ad artigiani locali per la loro produzione. I clienti vivevano vicino alle sartorie e gli stessi negozianti vivevano del passaparola, ad eccezione dei magazzini che potevano avere un negozio annesso alla fabbrica.
Ma poi le persone iniziarono a richiedere efficienza e varietà, sullo stimolo della Rivoluzione Industriale: il miglioramento delle macchine di produzione e la velocità nei trasporti rispondeva alle richieste del pubblico. La moda si diffuse ancora più rapidamente, così come la richiesta di modelli nuovi e in maggiori quantità rispetto a quella che si era soliti produrre.
Nel 1814 Josef Madersperger migliorò il telaio, inventato già nel 1790; John Duncan poi inventò la prima macchina ricamatrice, in modo da rendere la produzione più veloce.
Un’altra innovazione importantissima è stata l’uso di filo da cucito, ricavato da lana e cotone. La rivoluzione industriale insomma accelerò la diffusione delle mode in Europa e in America. I nuovi canali di trasporto consentirono di
trasportare beni, abiti e tessuti anche su grandi distanze, consentendo così a persone agli antipodi di conoscere nuove mode e lasciarsi influenzare esoticamente (chimoni, vesti tribali, boa…).
Queste nuove idee iniziarono a diffondersi, trasmesse dall’uso delle prime bambole, vestite con abiti alla moda. Ecco come un’ideologia come il Positivismo, può influire perfino sulla moda!
Per questo ed altri percorsi davvero interessanti, Vi consigliamo questa esposizione di Forlì: “Buona moda!” allora e… Sosteniamo le zone alluvionate, forza e coraggio Emilia-Romagna!
SARA BAIOCCHI e ANASTASIA GIUGGIOLONI, 4BL