“He that will not apply new remedies must expect new evils.”
Era questa l’opinione del filosofo inglese Francesco Bacone, vissuto durante l’epoca dell’Umanesimo inglese. Lui fu solo uno dei primi a considerare l’innovazione come un fondamento per gli uomini. Il filosofo infatti non considerava i possibili rischi derivanti dalla modernizzazione, in quanto questi, secondo lui, non sarebbero stati rilevanti fintanto che le innovazioni avrebbero giovato all’uomo.
Purtroppo però non sempre “innovazione” è sinonimo di “progresso”.
Basti pensare alla Rivoluzione Industriale, che per antonomasia rappresenta il simbolo dello sviluppo in molteplici ambiti: tecnologico, meccanico, economico…
Anche durante questo periodo però ci fu del malcontento generale verso il progresso della scienza e della tecnologia, che mai erano stati così veloci e pieni di conseguenze, in vari campi.
In primis quello sociale: l’attenzione verso l’economia e il lavoro era eccessiva e gravosa per la salute della popolazione, che passava quindi in secondo piano. Da questa precaria condizione le varie rivolte popolari: molti operai infatti protestarono distruggendo i macchinari che avevano provocato disoccupazione e una pessima situazione economica (fenomeno del luddismo).
In secondo luogo, ambientale. L’ impiego massivo di materiali industriali, quali gli idrocarburi naturali, e lo sfruttamento eccessivo del territorio hanno infatti provocato, nel corso dei secoli, un notevole danneggiamento dell’ ambiente.
Come spesso capita, l’uomo si concentrò unicamente sul modo di arricchirsi e non sul danno che si lasciava alle spalle, seguendo le orme di Bacone, fino ad oggi.
La società iniziò a preoccuparsi della crisi ambientale solo alla fine del secolo scorso, e tentò di trovare delle soluzioni. Questa situazione si rispecchia in molteplici opere, soprattutto nella cinematografia. Un esempio che vi è sicuramente noto è la saga di Avatar, che oltre ad essere una chiara allegoria della violenza e dei soprusi esercitati dai colonizzatori, mostra come l’uomo non è stato in grado di trovare un rimedio ai danni arrecati alla Terra, la quale ha esaurito tutte le sue risorse.
Per questo motivo viene inviato un contingente di soldati e scienziati su un pianeta molto simile al nostro, chiamato Pandora, per trarre profitto dal territorio (deturpando così anche questo).
“Quando qualcuno è seduto su una cosa che vuoi, lo rendi tuo nemico, così poi sei giustificato a prendertela!” questo è ciò che viene detto da Jake Sully, il protagonista del film, che si schiererà dalla parte dei Na’vi (gli indigeni che popolano il pianeta) contro gli esseri umani: questo ci dimostra come spesso l’uomo, pur di raggiungere il suo obiettivo non si preoccupa delle conseguenze delle sue azioni, rendendo così il progresso scientifico un passo indietro rispetto alla moralità.
Ne è un altro esempio il mind uploading (proprio il programma utilizzato dai personaggi in Avatar), o emulazione del cervello: una pratica che consiste nel creare una simulazione artificiale del cervello umano, in modo da rendere i modelli informatici capaci di intendere e ragionare allo stesso modo di esso. Da qui è facilmente comprensibile come in molti abbiano paura di questo progetto: le EMS , ovvero queste intelligenza artificiali, potrebbero infatti facilmente sostituire il ruolo dell’uomo nella società, da un punto di vista lavorativo. Sotto il punto di vista morale, d’altro canto, questi modelli informatici non riuscirebbero a rimpiazzarci, in quanto questi non possiedono sentimenti, emozioni ed istinto. Non avendo una morale, però, le EMS diventano rapidamente un pericolo per la nostra incolumità:
sono state progettate armi che funzionerebbero attraverso l’intelligenza artificiale, queste però commettono in media ben 9 errori su 10, uccidendo persone innocenti.
Un altro colossal che tratta dei rischi della manipolazione e dell’abuso delle nuove tecnologie è Jurassic Park(e successivamente la saga di Jurassic World). Nel film si racconta di un eccentrico miliardario di nome John Hammond che, con l’aiuto di scienziati genetisti, recupera il DNA di alcuni dinosauri e decide di riportarli alla vita. La decisione di Hammond desta non poche polemiche, e il mondo della scienza si divide in due fazioni: da una parte coloro che ritengono che l’essere riusciti a creare i dinosauri sia un enorme traguardo; dall’altra chi crede che questa sia una scelta immorale e un oltraggio alla natura.
È di questi ultimi che fa parte il matematico Malcolm il quale, rivolgendosi a John Hammond, afferma: “Gli scienziati erano così preoccupati di poterlo fare che non hanno pensato se lo dovevano fare […] Quella che lei chiama scoperta… è uno stupro al mondo della Natura!“. Successivamente la situazione sfuggirà di mano, e il miliardario si renderà conto dell’errore commesso.
Ovviamente si parla di teorie fantascientifiche, ma il messaggio che passa è chiaro: lo sviluppo scientifico non è legittimo se per migliorare le condizioni dell’uomo si infrangono i limiti della moralità e si sottovalutano i rischi.
E voi che ne pensate? Siete sprezzanti dei rischi e orientati verso il progresso come Bacone, oppure più cauti, come il matematico Malcolm?
Fateci sapere la vostra nei commenti!
GIULIA CARLONI e VALERIA SCIORE, 4BL