è la madre della fisica moderna ed è stata una fisica, chimica e matematica polacca naturalizzata in Francia. La ricordiamo per le grandi scoperte che ha fatto sul polonio e il radio e per le sue ricerche riformiste sulla radioattività.
Marie è nata a Varsavia, nella Polonia occupata a quei tempi dalla Russia che imponeva le sue leggi e tradizioni. Cominciò i propri studi con il padre per poi proseguirli a Varsavia, ma le università non permettevano alle donne di studiare, quindi partì per Parigi dove si laureò in matematica e fisica.
Nella famiglia Marie non era l’unica dedita agli studi, infatti anche la sorella Bronisława studiò Medicina all’Università, grazie agli sforzi economici di Marie.
Marie iniziò la sua carriera come scienziata nel 1894, ricercava le proprietà magnetiche di diversi minerali e nel mentre conobbe anche il suo futuro marito Pierre Curie, un fisico francese concentrato sullo studio della radioattività. All’inizio la relazione tra loro non era romantica, poi però Pierre chiese a Marie di sposarlo e dopo un anno si sposarono, poi ebbero due bambine.
Nel 1897 la coppia inizia a esaminare alcuni minerali contenenti tracce di uranio non in laboratorio, ma in un capannone vicino alla scuola di fisica e chimica che prima era una sala di dissezione medica della facoltà. Purtroppo il luogo di lavoro in cui si trovavano non era molto ventilato, però i due coniugi erano coscienti dei rischi, cui stavano andando incontro. Nel 1898 i due Curie pubblicizzarono in un articolo la scoperta di due nuovi elementi, il polonio ed il radio.
Nel 1903, Henri Benrequel, Pierre Curie e Marie Curie vincono il Premio Nobel in Fisica. Marie diventa la prima donna nella storia a ricevere questo titolo.
Disgraziatamente nel 1906 Pierre muore e Marie, pur straziata, continua i lavori per non abbandonare gli sforzi fatti da entrambi. Dopo la morte del marito, Marie ricoprì l’incarico di insegnante dopo che il Dipartimento di Fisica dell’Università di Parigi le offrì la cattedra del marito.
Marie ottiene nel 1920 un altro Premio Nobel per la chimica, premio ottenuto anche dalla figlia nel 1935. A causa dell’elevata esposizione delle radiazioni, Marie morirà nel 1934 per un’anemia aplastica.
Le donne nella scienza ieri
Nonostante quelli di Marie fossero tempi difficili, visto che fino all’inizio del XX secolo le donne erano escluse sia dai licei sia dalle università e la maggior parte di loro, infatti, venivano istruite nei conventi o in ambito cattolico, le poche donne diventate scienziate riuscirono a raggiungere grandi obiettivi “in presenza di un familiare uomo” con conoscenze/attività in discipline scientifiche, una sorta di passe-partout maschile.
Tra queste la più conosciuta è sicuramente Marie Sklodwska Curie, che conseguì la sua laurea frequentando la Sorbonne a Parigi, in quanto nel suo paese, per una ragazza, non era possibile accedere agli studi universitari. Ma non è l’unico esempio. Nell’antichità abbiamo avuto la matematica Ipazia, figlia del filosofo Teone. Questa donna non fece un’altrettanta “bella fine”…Venne probabilmente uccisa da preti, perché questo tipo di conoscenza, in una mente femminile, poteva trasmettere “una sorta di malvagità”.
Proseguendo, nel ‘700 troviamo la prima donna ad essere chiamata a ricoprire una cattedra universitaria: Maria Gaetana Agnesi. Nel XIX secolo molte sono state le matematiche ad insegnare, come Pia Nalli, la quale si occupò di analisi matematica, Maria Pastori, insegnante di Meccanica, o ancora Giuseppina Biggiogero Masotti, laureata in matematica e appassionata di geometria.
Donne nello STEM
Anche se al giorno d’oggi ci sono molte più donne che stanno ricevendo un’istruzione, molte di loro sono ancora frenate dagli stereotipi e dalle aspettative “al maschile”, che influiscono sulla loro volontà di seguire il percorso di studio, cui realmente aspirano. Le “quote rosa” sono specialmente sotto rappresentate nelle istituzioni di STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), di conseguenza anche nelle professioni STEM. Questa disparità è un problema, specialmente perché queste scienze sono considerate d’innovazione, importanti per il benessere generale, la crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile, in poche parole sono il nostro futuro. [NDR: vedi, su tale tema, il rapporto UNESCO => https://www.unesco.org/en/gender-equality/education/stem]
Nel 2019 la percentuale delle donne che lavorano nello STEM è solo del 29,3%. La maggior parte di loro lavorano nel campo della scienza (49.546), mentre il campo della matematica ha il minor numero di donne (6.469). Dal 1993 al 2010 la percentuale di donne che lavorano nello STEM è salita dal 21% al 28%. Soltanto il 25.9% delle donne occupano ruoli dirigenziali (16.454 a confronto con i 47.167 uomini). Però le donne che lavorano in STEM hanno un salario più alto, comunque sono pagate meno degli uomini anche se con una differenza di salario minima.
L’UNESCO sta cercando di combattere contro questa mancanza di rappresentazione di donne nello STEM attraverso ricerche, piani di potenziamento delle capacità nel mondo del lavoro, e promuovendo l’emancipazione di donne e ragazze attraverso l’istruzione.
Nel 2017 presso l’Università di Chicago Lab Schools fu fondato “Women in STEM”, un meccanismo che potesse essere un ponte per il divario tra la giustizia sociale e i campi accademici. La mission è quella di combattere la disparità di genere nello STEM, affrontando l’approccio che viene rivolto alle donne in questo campo e le opportunità limitate che le ragazze ricevono al liceo negli Stati Uniti. Il programma include anche conferenze e collaborazioni con le università per creare un programma di tutoraggio tra studenti del college e liceali.
ALICE CALDERARO, AURORA GIORGINI e ANITA MARCOSIGNORI, 4BL
3 Comments
maddalena.mannucci
Questo articolo riesce a dare un’immagine completa di una delle scienziate più importanti di sempre. Va assolutamente riconosciuto a Marie Curie il suo grande contributo al mondo della fisica e della chimica che ancora oggi rappresenta una base fondamentale per innumerevoli studi. Oltre all’aspetto tecnico che fa di Marie Curie una figura importante in ambito scientifico, bisogna menzionare l’importante rivoluzione da lei apportata a livello umano. Marie Curie ha cambiato per sempre l’idea della donna e il volto della scienza, dando una conformazione femminile al tutto. Il senso di sorpresa che una notizia di questo tipo può destare in noi, è principalmente legato al fatto che le donne prima di quel momento non avevano mai avuto alcuna voce in capitolo. La figura femminile aveva un solo ed unico luogo dove poter agire, ovvero la casa. La donna doveva solo sbrogare mansioni domestiche e ripetitive, cura dei bambini e omaggi costanti al patriarca. Possiamo ben capire, anche il senso di diffidenza che la componente maschile degli scienziati, la maggioranza, poteva provare verso figure come Marie Curie. Questo concetto emerge molto bene dalle seguenti parole della scienzata stessa “Del resto l’umanità ha sempre avuto paura delle donne che volano. Siano esse libere. Siano esse streghe. Siano esse scienziate che magari, al fronte, ti salvano anche la vita.”
Sara Baiocchi
Non conoscendo la vita di Marie Curie così nel dettaglio, ho trovato quest’articolo molto interessante.
Anche se è passato poco più di un secolo, purtroppo molte donne non possono studiare perché devono svolgere i compiti che le donne sono solite fare (pulire, cucinare, accudire i figli…). In alcuni paesi come la Corea del Nord, le classi sono addirittura divise per genere durante la formazione scolastica, classi maschili e classi femminili.
In realtà la donna italiana comincia a lavorare e a istruirsi fin dalla Destra Storica al potere (XIX secolo), anche se le lavoratrici ovviamente erano “solo delle maestre” e non arrivavano al grado di insegnamento superiore e le medesime bambine potevano studiare fino ai 9 anni di età.
Lo scorso anno ho visto un film, “Pattini d’Argento”, ambientato in Russia tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, nel quale uno dei temi principali era che le donne potevano studiare nelle università e potevano insegnare.
Io credo che con la vittoria del Premio Nobel per la fisica, Marie Curie abbia aperto le porte alle opportunità delle donne in ambito lavorativo e penso che abbia dato l’esempio giusto per le donne che vogliono studiare, anche se tutt’oggi c’è molta strada da fare.
Marta Breccia
Leggendo questo articolo sulla grande Marie Curie, scienziata e donna fenomenale, non riesco a non pensare a tutte le altre donne che prima di lei non siano riuscite a ‘sfondare’ questo portone della scienza, una disciplina ancora oggi pensata al maschile.
Inoltre penso a Rosalind Franklin, scienziata che invece il Nobel non è mai riuscita a riceverlo; per la sua scoperta, le prime foto mai fatte al DNA l’hanno ricevuto due uomini suoi colleghi. Nel resto della sua vita Rosalind non sarà mai giustamente creditata per questa scoperta. Ed è addirittura arrivata dopo Marie Curie!
Il nostro mondo non sarà mai veramente sviluppato se questo tipo di cose possono continuare ad accadere. Grazie a Marie una porta si è aperta, ma credo che la strada per le donne sia purtroppo, ancora lunga.