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15 Comments

  1. 1

    Alice Cirilli

    Trovo che Charlie Chaplin abbia avuto un’idea innovativa ma anche rischiosa nel girare “Il grande dittatore”, considerando che l’argomento è molto delicato di per sé e per di più questo film è stato girato nel 1940, nel pieno del Nazismo, per far riflettere le persone di quell’epoca sulla vera natura di Hitler.
    Riguardo alle persone che ancora oggi continuano a negare l’esistenza di questa tragedia, penso che sia una cosa veramente orribile e inaccettabile da affermare nel 2020 dopo tutto quello che è successo. Soprattutto, mi fa pensare ancora una volta a quanto gli esseri umani possano essere crudeli e a volte sprovveduti e sciocchi.

    1. 1.1

      sara mahouachi

      È così triste il fatto che metà mondo non abbia guardato o non conosca questo film e questa storia, tutti sappiamo ciò che è successo agli ebrei ma la maggior parte si limita ad un “mi dispiace”.
      Charlie Chaplin è riuscito in modo “divertente” o comunque in modo semplice a raccontarci un qualcosa di complicato, un qualcosa di grande.
      La frase che più mi ha colpito è “in questo mondo c’è posto per tutti” proprio perché il posto per tutti c’è ma non si da, viviamo in un mondo pieno di razzismo e discriminazioni.
      Ma la cosa che più preoccupa è che ci possa essere un ritorno di questa storia.
      Impariamo ad amarci fra di noi e magari “”riusciremo”” ad uscirne

  2. 2

    Elena Sofia Boncelli

    Molti sono i film prodotti nel corso degli anni per non dimenticare le atrocità avvenute durante la Seconda Guerra Mondiale sotto il dominio dello spietato dittatore Hitler, ma pochissimi sono registi/produttori che ebbero il coraggio di girarne uno proprio durante quel periodo. Charlie Chaplin decise di rischiare, ma il risultato finale fu uno dei film riguardanti la Shoà più emozionante di sempre. In effetti emerge molto l’idea di fratellanza, uguaglianza e lealtà, anche nei confronti di chi non è uguale a noi, perché parla una lingua diversa o ha un colore di carnagione differente; durante il regime totalitario queste ideologie di tolleranza erano totalmente abolite. Inoltre, un altro elemento che si esalta nel film è lo scambio di ruoli tra Hitler e l’ebreo: far capire al capo supremo tedesco quali erano le condizioni in cui le sue vittime erano obbligate a vivere, immedesimarsi nei panni di un povero prigionieri dei campi di concentramento, il quale era stato privato di tutto, dalla sua libertà alla sua famiglia, è un paradosso davvero forte: “Il principe e il povero” dei tempi moderni!

  3. 3

    Giorgia Cognini

    “La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato.”
    Questa è la frase che più mi ha colpita. Nonostante questo film sia uscito più di ottant’anni fa, è incredibile e quasi spaventoso come questo discorso possa essere ancora così attuale.
    Malgrado il periodo nazifascista In Italia e in Germania (ma anche in tutto il mondo) sia terminato da più di ottant’anni, ancora oggi esistono discriminazioni a livello razziale per il colore della pelle, la nazionalità, il modo di parlare, le proprie tradizioni, la religione…
    Per ques il pericolo che si possano ripetere episodi tragici, come quello della Shoah è alto e fa anche molta paura.
    E non solo esistono ed esisteranno queste classificazioni tra uomo a uomo: sono sempre esistite.
    Ad esempio, nel programma di filosofia, sto affrontando il V secolo a.C. ad Atene: già a quell’epoca, vi erano discriminazioni per lo più a livello culturale e sociale. Infatti, alcuni filosofi di quel tempo (i cosiddetti “reazionari”), sostenevano che per natura i più forti dominavano e comandavano sui più deboli; inoltre, una persona poteva anche essere molto ricca e benestante, ma se non era ateniese veniva considerata letteralmente inferiore.
    Ripensando alle crudeltà e alle atrocità che più di 6 milioni di ebrei e altrettanti omosessuali, rom, disabili, non-ariani, polacchi (e molti altri) hanno dovuto subire prima di essere addirittura uccisi, sento come un brivido lungo la schiena.
    In vista della prossima Giornata della Memoria, che si commemora ogni anno per evitare di ripetere questi tipi di sbagli, consiglio dunque di vedere il film “Il grande dittatore”, menzionato nell’articolo, che -pur comico- fa riflettere ma è anche molto commovente e significativo.

  4. 4

    Giada Battistoni

    Il film “Il Grande Dittatore” è un modo per riflettere su quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale e per non dimenticare le atrocità compiute in quegli anni, ma rimanendo in una chiave leggera e ironica.
    Trovo che Charlie Chaplin abbia avuto molto coraggio nel girare un film simile in un’epoca tanto pericolosa. Nonostante questo si è fatto sentire e il suo coraggio è stato ammirevole e ha portato alla produzione di una validissima pellicola.
    Il discorso fatto dal barbiere alla fine del film è veramente toccante: “La libertà non può essere soppressa” questa è la frase che più mi ha colpita nelle parole del protagonista, perché esprime verità. La libertà è un valore che non può essere negato a nessuno. Lo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale ha limitato la libertà delle persone ed è indispensabile non ripetere gli stessi errori.
    Il discorso finale del film dà grandi spunti per migliorare.

  5. 5

    Asia Battistoni

    Un film che parla di amore, fratellanza, perdono, speranza, libertà, umanità, progresso e democrazia.
    Un film che esprime con un pizzico di ironia la dura realtà delle guerra, con la distinzione sociale, razziale, di età, di sesso, di posizione economica e politica. Ci fa riflettere sulla leggerezza con la quale il dittatore decide di uccidere milioni di innocenti, di lanciare numerose bombe in territori già distrutti, rapire e incarcerare centinaia di bambini con la sola colpa di essere ebrei. Personalmente provo una profonda stima per Charlie Chaplin perché è stato uno dei pochi coraggiosi a produrre e a far uscire in tutte le sale questo film proprio durante la seconda guerra mondiale, andando incontro a numerose critiche, ma anche a numerose lodi da parte del pubblico. Il discorso finale, poi, è travolgente e commovente, crudo e realista, insomma, ti fa provare una serie di emozioni contrastanti solo ascoltandolo. Concludo dicendo che mi è piaciuto tantissimo questo film, e anche se alcune scene sono state un po’ noiose e ripetitive, il finale ci lascia senza fiato!

  6. 6

    Vittoria De Jesus

    Girare un film riguardante il nazismo è un’impresa, è un tema delicato e toccante, ma farlo durante quello stesso periodo è ancora più impressionante e coraggioso da parte sua. Charlie Chaplin ha realizzato un film geniale, giocando con la somiglianza del barbiere ebreo e di Hynkel, ovvero Hitler. Vediamo lo scambio di ruolo tra i due, Hitler che si “immedesima ” nella vita di coloro che sono perseguitati da lui e viceversa il barbiere prenderà il posto di Hynkel, come possiamo vedere anche nell’ultima parte del film: il discorso. É un discorso che va contro gli ideali del regime nazista, si parla di fratellanza, unione, accettazione… Charlie Chaplin affronta questo tema delicato in modo esemplare e in chiave ironica, riesce a far ridere su un tema delicato ma non in modo irrispettoso. È un film che una volta guardato ti lascia dentro numerose riflessioni.

  7. 7

    giulia masini

    Personalmente trovo che l’attore e regista statunitense Charlie Chaplin abbia avuto molto temerarietà nel girare il film “Il Grande Dittatore” nel 1940, nel culmine del nazismo, per far conoscere le vere intenzioni del führer. Questo film tramite la satira e l’ironia rappresenta un attacco al potere del dittatore che viene ridicolizzato e deriso anche tramite lo storpiamento del suo nome in “Adenoid Hynkel”. La scena significativa che più mi ha colpito è stata vedere il cancelliere giocare a palla con il mappamondo proprio per mettere in risalto il suo dispotismo e la sua mania di possedere; ma dal momento in cui prende a calcio quella palla dimostra la superficialità e insignificanza con cui decide la sorte delle nazioni. In conclusione la frase citata nel film dal barbiere ebreo, con cui l’articolo viene chiuso, dunque “In questo mondo c’è posto per tutti” la trovo giusta, che rispecchia gli ideali della società in cui viviamo oggi, purtroppo non sempre rispettata

  8. 8

    Maria Francesca Natale

    Ho trovato questo film molto interessante, tratta una tematica molto delicata ma con ironia. Dato che è stato girato durante la seconda guerra mondiale i nomi non potevano essere esplicitati, per questo l’autore li ha sostituiti con altri nomi simili.
    Il fatto che il barbiere sia stato in ospedale per un periodo di tempo e al suo risveglio non capisca cosa stia succedendo ci fa riflettere sul fatto che la storia va continuamente avanti ed ogni avvenimento è collegato, perciò perdendo un pezzo di storia è impossibile comprendere le cause degli avvenimenti futuri.

  9. 9

    lorenzo venturini

    Charlie Chaplin è stato uno degli attori più importanti durante i primi anni del diciannovesimo secolo. le sue interpretazioni hanno fatto ridere e riflettere il mondo su argomenti molto importanti, come in questo caso l’olocausto.la sua interpretazione in questo film è stata, secondo il mio punto di vista, una delle sue migliori prove attoriali e mi ha colpito molto la sua capacità di cambiare personaggio e ,di conseguenza, carattere con una facilità impressionante. un altra cosa che mi ha colpito molto è l’attualità degli argomenti di questo film, anche se girato e ambientato quasi 80 anni fa. nel suo discorso charlotte parla di argomenti di cui si discute molto anche oggi, come il razzismo e la diversità di genere, e questa cosa fa riflettere molto sulla nostra società, ma soprattutto sulla natura umana. insomma questo film mi è piaciuto molto e penso che rimarrà per sempre nella storia

  10. 10

    Aurora Cosimi

    “In questo mondo c’è posto per tutti.” sosteneva il barbiere ebreo nei panni del dittatore tedesco in questo cult movie. Affermazione da non dimenticare mai!
    Questa è la frase dell’articolo che ho apprezzato maggiormente e sono anche molto d’accordo con quello che c’è scritto.
    Per mio punto di vista, Charlie Chaplin abbia avuto un’idea innovativa ma soprattutto anche rischiosa nel girare il film, nonostante l’argomento sia molto delicato di per sé ma anche perchè, essendo stato girato nel 1940, nel pieno del Nazismo, è utile per far riflettere le persone di quell’epoca molto particolare sulla vera natura di Hitler.
    “La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato.”
    Questa è un’altra frase che più mi ha colpita. Nonostante questo film sia uscito più di ottant’anni fa, è fantastico e anche un po’ strano forse, ci fa anche capire come questo discorso possa essere ancora così attuale.

  11. 11

    DANIELE FILIPPETTI

    Un film senza tempo, un capolavoro del cinema mondiale. Siamo nel 1940, la follia dell’umanità e della nazione tedesca è al culmine, la seconda guerra mondiale è appena iniziata e la forza e la minaccia del Partito Nazionalsocialista Tedesco sono una realtà. Ma Chaplin prese di mira l’uomo e Hitler, lo studiò, lo rese ridicolo, lo imitò e alla fine lo mise a tacere, facendo anche la morale. Il discorso finale di Chaplin fa riflettere ed è estremamente toccante, usando parole come “libertà”, “opportunità”.

  12. 12

    Viola

    Credo che il regista sia stato molto coraggioso a filmare un film del genere, in quanto è un argomento molto sensibile e alcune persone potrebbero non intendere la chiave in cui è stato interpretato. Personalmente credo che l’ironia sia stata usata molto bene, senza offendere e rispettando le persone che sono state vittime. Purtroppo le discriminazioni sono ancora motivo di discussione nel mondo, poiché non sono state de tutto eliminate. I film come questo dovrebbero far riflettere tutti sull’assurdità del trattare qualcuno diversamente perché viene da un altro paese o per qualsiasi altro motivo.

  13. 13

    laura.schiaroli@savoiabenincasa.it

    Sono una grande fan del cinema ma soprattutto del potere che questo possiede. Il cinema a mio parere è un mezzo di comunicazione potentissimo perché è capace di catturare l’attenzione con più facilità di un articolo o di una pagina di giornale. Il cinema fa scaturire curiosità e aggancia la mente ma anche i cuori degli spettatori.
    Per questo credo che oggi, nel XXI secolo, sia conveniente sfruttare sempre di più il potere che il cinema ha per sensibilizzare riguardo certi argomenti, anche con una chiave differente (come l’ironia utilizzata nel film citato “Il grande dittatore”, o la gioia e l’innocenza degli occhi di un bambino in “La vita è bella”). Il cinema possiede la capacità e l’inventiva di affrontare una certa tematica sotto forme differenti e quindi di accontentare e incuriosire ogni tipo di spettatore; l’importante è non prendere mai sotto gamba un certo argomento, soprattutto se particolarmente delicato, o si rischia di urtare la sensibilità e l’insicurezza di qualcuno.

  14. 14

    rebecca francelli

    A mio parere, il miglior modo per divulgare un tema così tragico come la guerra e le atrocità causate agli ebrei, è riuscire ad usare la satira. È di vitale importanza accertarsi, purché eventi come questi non si ripetano nuovamente nella storia futura, che dei valori fondamentali come l’uguaglianza e la tolleranza vengano trasmessi a partire dai più piccoli. Charlie Chaplin ci è riuscito, senza offendere nessuno e trovando dei simpatici nominativi per il Führer e Mussolini. Al tempo d’oggi, vista l’enorme diffusione della tecnologia, è proprio dai prodotti digitali che bisogna iniziare a trasmettere insegnamenti che possano dare una speranza di miglioramento alla generazione prossima. Purtroppo però, non tutta l’era moderna ha tale mentalità ed è possibile vederlo nella maggior parte dei cartoni, i quali sono privi di una morale ed hanno il semplice scopo di intrattenere, impedendo agli spettatori di sviluppare un’idea su un problema o un tema reale e concreto.

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