Dalla libertà alla conquista del mondo
Ingabbiati in una società che ci vuole completamente omologati, i giovani di oggi non considerano nient’altro oltre a quello che, giornalmente, viene bombardato su di loro dai media, attraverso notizie che, false o meno, coinvolgono e plasmano completamente il loro modo di pensare, sfruttando quell’ingenuità, che giustamente fa parte del loro percorso di crescita: l’abuso avviene senza che essi quasi se ne accorgano.
Continuando con queste modalità, si rischia di non fare più attenzione alle parole di chi, prima di noi, ha già vissuto un’esperienza significativa, che può sempre insegnarci, o per lo meno, far riflettere liberamente su un certo argomento e non seguendo uno schema già prestabilito.
Chissà se davvero gli adulti vogliono permetterci di conoscere? Forse, in realtà, ci vogliono un po’ ignoranti, perché la conoscenza… rende liberi!
Beato chi, invece, riesce a trovare la propria chiave personale, per fuggire da quella gabbia e distinguersi dagli altri: decidere di essere sé stessi! Oggi uscire fuori è, purtroppo, una scelta difficile. Ma come riuscirci senza passare dalle inevitabili domande che questo desiderio di essere impone?
“A che mi servirà la mia vita?” si chiedeva Giacomo Leopardi nello “Zibaldone di pensieri” e, un po’ come per noi, questa riflessione può essere un primo passo per aiutarci ad avere una visione, per un momento illusoria, ma utile a darci una scossa e capire ciò che si vuole raggiungere. Perché i propri obiettivi si conoscono sognando per poi attuarli concretamente nella realtà, almeno per quello che essa ci offre veramente, tuttavia non dobbiamo dimenticarci che ognuno è chiamato a crearsi da solo le opportunità e non deve mai aspettarsi che siano gli altri ad offrirgliele. È una lotta quotidiana; a ognuno i suoi tempi, ma quello che davvero fortifica, sarà svegliarsi a pezzi dopo una caduta, magari per aver sognato troppo in grande, per aver puntato troppo in alto. Solo così, mettendoci alla prova, sapremo dove mettere i nostri “paletti”, sapremo come saltare asticelle sempre più alte e sapremo, pure, quando sfondare porte, anche a pugni e calci se necessario.
Nel frattempo la società farà sentire escluso chi ha deciso di sconvolgere i piani predisposti da altri, ma come può questo essere un ostacolo, se poi ad obiettivo raggiunto, non hai solo la soddisfazione di aver trovato te stesso, ma anche una serie di esperienze, emozioni e sensazioni? Uniche, e per sempre.
Ognuno può insegnare con la propria esperienza, non influenzando, ma coinvolgendo nella vera “arte della felicità”.
Il mondo ci appartiene da quando veniamo alla vita. Oggi dovremmo renderci conto che esiste una grande differenza tra le impossibilità e le difficoltà; immaginare degli obiettivi e cercare di raggiungerli… e ci sembrerà di averlo conquistato, quel mondo!
Beatrici Nisi, 5A Turismo
31 Comments
Michela Frattari
Questo articolo mi è sembrato di facile lettura e i contenuti sono interessanti. Sono d’accordo con quanto vi è scritto perché anche io credo che sia molto importante custodire i propri sogni e con impegno e determinazione allora si potranno concretizzare.
La società di oggi sta diventando pian piano “tutta uguale” e molto spesso ci fa dimenticare di realizzare i nostri sogni… Personalmente credo che la mia aspirazione più grande sia quella di essere sempre felice e solare con tutti e, sì certo, ho anche un “sogno nel cassetto”: quello di realizzare grandi risultati nel mondo dell’equitazione se rimango in ambito sportivo, però se devo dire il mio obiettivo di tutti i giorni è quello citato per primo;-)
Eva Mordenti
E noi, cara Michela, ti auguriamo di cuore di realizzare i tuoi obiettivi e i tuoi sogni perché sono più che lodevoli!
A te e a tutti i nostri lettori appassionati di cavalli consigliamo anche la lettura di un’intervista esclusiva SB OnLine al Direttore Andrea Riffeser Monti, il cui “obiettivo è avere ogni giorno idee nuove, per affrontare un mondo che è sempre più complesso e esigente.I lettori cambiano continuamente e noi dobbiamo essere pronti a cogliere le nuove necessità.”
Ecco il link: https://savoiabenincasa.edu.it/magazine/2018/06/il-quotidiano-come-cerniera-tra-istituzioni-e-cittadini/
Buona lettura e grazie della tua opinione! A presto;-)
laura.schiaroli@savoiabenincasa.it
All’inizio di questa lettura, che trovo molto bella e significativa, secondo me si fa un discorso molto importante, ovvero che ai giorni d’oggi con i social che ci plasmano con le loro idee, stiamo diventando tutti uguali!
Così mi soffermo a pensare se in effetti i social abbiano portato con loro anche qualche aspetto positivo oltre a quelli negativi…
Dobbiamo distinguerci dalla massa ignorando i commenti gratuitamente cattivi, e accettando invece i consigli altrui; dobbiamo imparare a seguire i nostri sogni e non quelli che ci vengono imposti; impariamo ad accettare che nella vita non sempre le cose andranno secondo i nostri piani ma tiriamo fuori un piano B in ogni situazione critica perché ricordiamoci che nella vita niente è facile ma nulla è impossibile.
Con questo voglio ancora complimentarmi con la ragazza che ha scritto questo articolo poiché condivido molto i suoi pensieri e ammiro il suo coraggio di esporsi 😉
Ginevra Li Volsi
Sono d’accordo nel dire, come afferma Beatrice Nisi, che purtroppo viviamo in una società governata da falsità e illusioni, una società “double face”, in cui la nostra mente viene manipolata quotidianamente senza che possiamo rendercene conto. Come facciamo a vivere in un mondo che nasconde a tutti noi la verità? O meglio,come facciamo a vivere in un mondo che rende la nostra vita difficile e che, quindi, ci impedisce di vivere serenamente? Leopardi ha riflettuto proprio su questo problema, che resta sempre un problema attuale. Vivere, per Leopardi, non è altro che una causa continua di dolore e sofferenza interiore della quale è già scritto il destino. Secondo Leopardi gli uomini erano felici soltanto in passato, nell’età primitiva quando vivevano nell’ignoranza e nell’indifferenza e servendosi della ragione si misero a cercare di scoprire la conoscenza, la verità… fu questa “vana” ricerca che portò l’uomo a scoprire il male, il dolore e l’infelicità esistenziale; il tutto causato dalla ragione che ha aperto all’uomo la strada per uscire dall’ignoranza e giungere alla conoscenza.
La causa del dolore è dunque la Natura, in quanto ha creato l’uomo con un profondo desiderio di felicità pur sapendo che non l’avrebbe mai raggiunta.
Soffermandoci sul titolo di questa riflessione “Bisogna proporre un fine alla propria vita per viver felice”, si capisce che, proprio come suggerisce lo stesso Leopardi, che non esiste un rimedio definitivo alla nostra infelicità terrena, se non la morte. A questo punto ci dovremmo porre la domanda: “E’ meglio vivere nell’ignoranza, ma essere felici, oppure vivere nella verità ma essere tristi?”
Benedetta Alessandrelli
Dopo mesi di “studio matto e disperatissimo” e avendo constatato che i miei sacrifici non sempre vengono ripagati come credevo, sono stata risucchiata in un vortice di tristezza dal quale non riesco ad uscire:-/ Per distrarmi apro il sito di SB OnLine e scorro i titoli degli articoli in evidenza… Questo, in particolare, attira la mia attenzione.
Leopardi, che tutti conosciamo come il poeta del pessimismo, proprio lui ha trovato la ricetta della felicità: per vivere felici bisogna porsi degli obiettivi.
Una volta raggiunto il traguardo che ci siamo prefissati, avremo infatti più fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità e ci sentiremo appagati e pronti per affrontare una nuova sfida.
Noi viviamo in una società sempre più orientata al risultato finale e in ogni ambito della nostra quotidianità siamo coinvolti in progetti finalizzati al raggiungimento di obiettivi sempre più ambiziosi.
Il dover riuscire a tutti i costi può diventare però controproducente, perché porta con sé un fardello di aspettative difficile da gestire, generando così degli stati d’animo negativi e a lungo andare logoranti.
E se non riuscissimo a realizzare i nostri propositi, se la meta ci apparisse sempre più lontana e irraggiungibile?
Forse è più felice chi vive con leggerezza, accontentandosi di ciò che gli capita sottomano, piuttosto che puntare troppo in alto.
Ma se ci rassegniamo davanti alle difficoltà e ci abbandoniamo alle nostre delusioni siamo perduti perché spesso, proprio quando stiamo per gettare la spugna, arriva uno scampolo di felicità che ci incoraggia a proseguire l’avventura della nostra vita.
sofia olivastrelli
Leggendo questo articolo scritto da Beatrice Nisi, mi trovo molto d’accordo sul fatto che noi viviamo in una società piena di illusioni, dove tutto ci sembra facile e dove non si va mai incontro a vere e proprie difficoltà. Nella vita reale, peró, quella fuori dai social media, non è proprio tutto così semplice… Molte sono le sconfitte, gli obiettivi prefissati non raggiunti, ma l’importante è riprovarci sempre, crederci e mai arrendersi! Se fosse tutto oro quello che i social media ci fanno vedere, o meglio credere, tutti saremmo felici, tutti saremmo ricchi, ma… Forse la nostra vita risulterebbe piatta, non esisterebbero più differenze tra una persona e l’altra e, sì, anche se è strano a dirsi, è proprio la diversità che fa l’unicità di ogni singola persona. Solo se si è intelligenti e colti potremo diventare consapevoli di ciò che i social network ci vogliono imporre. Ed è proprio lo studio “matto e disperatissimo” che ha portato il poeta recanatese a riflettere sull’importanza della conoscenza e della sua doppia valenza: da una parte ci rende liberi e consapevoli delle nostre scelte, dall’altra ci mette di fronte alla sofferenza umana e all’esistenza dal male. Il sapere ci spinge sempre oltre ma, allo stesso tempo, può produrre una certa frustrazione qualora non riesca a raggiungere la meta prefissata. Nell’arco della vita, succede spesso che si manchino gli obiettivi, che la montagna da scalare sia più alta e più dura del previsto, però, tutto questo non ci deve scoraggiare dal ricercare il vero scopo della nostra vita, perché solo trovando il vero senso della nostra esistenza potremmo essere liberi e felici.
Ranim
Bisogna proporre un fine alla propria vita per viver felice? Fortuna o dignità? Nella carriera, nel lavoro…
In prima persona devo ammettere che a questa domanda ho riflettuto molto da quando ho iniziato la scuola secondaria, tuttavia un’idea chiara ancora non me la sono del tutto fatta.
Avere un obiettivo nella vita potrebbe aiutare chiunque, soprattutto nel momento in cui hai tanti problemi e per uscirne l’unico modo è pensare di raggiungere un traguardo prefissato.
Potresti anche sentirti a disagio in caso non riuscissi a raggiungerlo, ma è una cosa del tutto normale perché come dice il detto “mai piangere sul latte versato”.
Quindi secondo me bisogna avere degli obiettivi nella vita per darle un senso, per vivere meglio.
Uno di questi potrebbe essere finire i nostri studi che sarebbe l’impresa più bella che si possa fare. Quindi anche nelle giornate “no” in cui hai molto da studiare e non hai voglia, quest’idea ti potrebbe spronare ad andare avanti.
Uno degli obiettivi più comuni tra noi giovani è prendere la patente per esempio, ovviamente questa è una grande responsabilità da assumersi, ci aiuta molto a maturare…
Un altro potrebbe essere andare a lavorare all’estero. Chiunque di noi, penso, desideri ciò, tanto che in Italia si sta creando un vero e proprio fenomeno di “cervelli in fuga”.
Detto tutto ciò penso pure che ognuno di noi deve porsi comunque degli obiettivi, essendo consapevole di riuscire a portarli a termine.
Capiterà che qualcuno non ci riuscirà ma in fondo la vita non è tutta di rose e fiori, quindi bisogna andare sempre avanti, nonostante tutto e tutti, senza farsi/creare troppi problemi!-)
Lorenzo Lupacchini
Concordo pienamente con l’articolo. La società di oggi ci vuole il più manipolabili ed ignoranti possibile. Quello di cui si ha bisogno oggi è una mente con le proprie idee, valori ed obiettivi. La vita deve avere uno scopo, almeno uno, qualcosa per cui bisogna impegnarsi e lottare per essere poi magari ottenuto. Se si ha un obiettivo da raggiungere la propria vita ha un senso, e quando raggiunto, puoi ricevere quelle sensazioni indescrivibili che ti portano alla felicità. Se non si ha un sogno, la propria vita potrebbe risultare piatta e noiosa, e questo andrà ad influire sul proprio stato d’animo.
Viola Pipitone
Mi trovo totalmente d’accordo con l’autrice di questo articolo. Ritengo che la società di oggi costringa le persone ad essere chi non sono, ad allontanarsi tanto da se stessi al punto da somigliare sempre più al prototipo di persona ideale. Ma ideale per chi? Chi ha deciso i canoni che fanno sì che una persona sia considerata ok? La cosa assurda è che nessuno si pone mai il problema. Si seguono gli altri, si insegue senza sosta un modello al quale si vuole somigliare arrivando a sostituire la propria identità con una copia di quella degli altri. Senza un vero motivo si è diffusa la convinzione secondo la quale ‘essere uguali agli altri’ è l’unico modo per potersi sentire a proprio agio, per essere “consoni”. Non appena ci si sente accettati dagli altri, ci si sente pronti per partire alla disperata ricerca della felicità, dimenticando la ricerca più importante, quella di se stessi. Bisogna ricordare sempre che solo scoprendo chi si è veramente, si possono trovare i propri obiettivi e i propri sogni, e solo attraverso di essi la felicità può essere davvero raggiunta. Parte tutto dal vero io, non dobbiamo mai dimenticarlo.
claudia fede
Come scritto nell’articolo, decidere di essere sé stessi è una scelta molto difficile. É proprio vero, soprattutto se si vive in una società come la nostra, in cui tutti utilizziamo i Social Network, dove tutti siamo delle fotocopie uguali senza alcuna differenza, senza sogni, senza passioni e senza caratteristiche proprie.
La cosa che più ci importa è seguire il “trend” del momento. Proprio per questo motivo è tanto difficile staccarsi dalla massa, saremmo visti come delle “pecore nere” in cerca della propria personalità e dei propri obiettivi.
Porsi delle domande, come quella del poeta recanatese nello Zibaldone, può essere di stimolo per prendere coscienza e per capire che la vita è fatta di progetti e di scopi.
Chiaramente, avere determinati obiettivi e sogni da inseguire può comportare momenti in cui non ci si sente all’altezza e si tende a mollare subito, pensando che lasciar perdere sia più conveniente; si torna così nel mondo che appare più felice, poiché più semplice, visto che tutto quello che c’è da fare è aspettare e accontentarsi poi di quel che viene. Al contrario, fare esperienze di diverso tipo (cioè ad esempio andare oltre il mondo virtuale dai quali si è tanto attratti) fortifica la persona, le dà infatti la forza necessaria per andare avanti. Come affermava Thomas Edison: “la nostra più grande debolezza sta nel rinunciare. Il modo più sicuro per riuscire è sempre provarci ancora una volta.”
Tutto sta nell’avere pazienza e affrontare qualsiasi ostacolo che si presenti, sapendo che ciò per cui si sta lottando, vale la pena, sicuramente vale più che non fare nulla, mentre gli altri prendono decisioni per noi.
nicoleborsini
Mi trovo pienamente d’accordo con l’autrice di questo articolo. Viviamo in una società di apparenze, illusioni e falsità. A causa dei social media sembra di ottenere tutto senza incontrare alcuna difficoltà o senza prendersi responsabilità. E tutto questo ci rende manipolabili, vulnerabili e a volte anche ignoranti.
“Bisogna proporre un fine alla propria vita per vivere felice”, questa affermazione ha suscitato in me una domanda: “Vale la pena avere un obiettivo nella vita, se alla fine molte volte non viene ripagato tutto l’impegno impiegato?”
“Decidere di essere se stessi”: solo così ci si potrà distinguere dagli altri. Può succedere di non arrivare subito agli obiettivi prefissati ma non è detto che, riprovandoci ancora, non si possano realizzare. Perciò quando saremo noi stessi e quando cominceremo a ragionare con le nostre teste, solo allora ci si sentirà davvero liberi e felici.
Annalisa Borgognoni
Molti di noi giovani non abbiamo una nostra propria personalità. È vero che abbiamo ancora molto tempo davanti a noi, ma è anche vero che non possiamo farci condizionare solo per quello che gli altri, per esempio adulti, politici e media, vogliano inculcarci. I primi a darci il tormento sono proprio i media, soprattutto la tv con le pubblicità e con programmi trash, dai quali non ci sentiamo molto attratti. Poi abbiamo internet, pieno di youtuber e influencer che nei loro interventi o video non pensano troppo a quello che dicono e a come lo dicono. È una sequenza di baggianate, parolacce e atteggiamenti osè dai quali però stiamo diventando dipendenti. Non parliamo poi dei politici! Se li ascolti tutti, cambieresti idea ogni cinque minuti. E poi, alla fine si rivelano “tutti uguali”, almeno così dice mia madre. Io ancora, dalla politica, cerco di non farmi coinvolgere. Infine ci sono i genitori e i professori per consigliarci meglio… In teoria, sono le persone a cui dovremmo dare più ascolto, ma non sempre ci riusciamo. Alla nostra età, con tutte le distrazioni che abbiamo intorno, non è facile non farsi condizionare. Dobbiamo cercare di crescere iniziando a farci delle idee nostre e prendendo la giusta strada.
Chiara.Serrani
Ho voluto leggere questo articolo perché, tra tutti i titoli, questo è quello che mi ha colpito di più: a questo tema tengo molto e a cui penso tutti i giorni. Sono completamente d’accordo con quello che pensa e ha scritto Beatrice Nisi, perché ormai viviamo in una società a cui non importa il pensiero, i desideri, i sogni dei giovani. Bisogna anche dire che i ragazzi di oggi non fanno altro che stare davanti al telefonino sui social dove vedono cose che per la maggior parte non sono vere. Ad esempio gli influencer pubblicano video, foto dove mostrano parte della loro vita, ma quello che dobbiamo capire noi ragazzi è che la vita non “è tutta rose e fiori” come la fanno vedere loro. Si chiamano influencer perché influenzano la mente di chi li guarda e li segue, e questa cosa è orrenda. Ora io non volevo soffermarmi su questo specifico fatto, ma volevo far capire che i giovani devono pensare con le proprie menti, decidere il loro futuro con il proprio cervello e non che qualcun altro lo decida al posto loro. In questo gli adulti “si mettono spesso in mezzo”, dicendo che loro ci sono passati prima di noi e che dobbiamo fare come hanno fatto loro… Ma non capiscono che, sì possono darci consigli e dirci cosa per loro è sbagliato fare, ma alla fine saremo noi e solo noi a scegliere per il nostro futuro. Adesso potrebbe anche essere troppo presto, chiedendoci cosa dovremo fare della nostra vita, ma con il tempo lo sapremo. Nel frattempo che si aspetta, bisogna vivere nel modo più felice, spensierato e libero in senso assoluto, perché la vita è una e bisogna viverla al meglio.
ilenia battista
Ho deciso di leggere questo articolo perché è quello il cui titolo tra tutti mi ha colpito di più. Inoltre mi è sembrato di facile lettura e molto significativo. Concordo pienamente con ciò che Beatrice Nisi afferma perché, anche io come lei, penso che viviamo in una società dove prevale e conta solo ciò che dimostri di essere, anziché chi tu sei veramente. Questo comporta omologazione forzata, essere tutti uguali, plasmando anche il nostro modo di pensare, privandoci della libertà di esprimerci e riflettere con la nostra mente. E come citato in quest’articolo penso che ognuno di noi può insegnare con la propria esperienza, non influenzando, ma coinvolgendo nella vera arte della felicità, poiché ognuno di noi ha qualcosa non solo da imparare ma anche da insegnare.
Linda Carlini
Concordo pienamente con l’autrice di questo articolo. Al giorno d’oggi la società ci costringe ad essere persone che non siamo realmente e ad avvicinarsi il più possibile a un prototipo di persona ideale. Ma la domanda che io mi pongo è:” Esiste una persona ideale?” E poi ideale… Per chi? Come dovrebbe essere? Cioè sostengo che solo scoprendo chi siamo veramente, possiamo trovare i nostri obiettivi e i nostri sogni; non bisogna seguire la società, poiché viviamo in un mondo di apparenze e illusioni, costituito da persone il cui scopo è di renderci il più manipolabili, vulnerabili e ignoranti possibile.
Quello di cui si ha bisogno oggi, anche se è molto difficile da trovare, è una mente libere, con le proprie idee, i propri scopi e obiettivi.
Tante volte mi sono chiesta: “Che scopo ho nella vita?” oppure “Come posso realizzare i miei obiettivi?”.
La verità è che imporsi degli obiettivi è un processo fondamentale per immaginare un futuro migliore, per motivare sé stessi a cambiare la propria opinione e tradurre, quindi, la propria idea di futuro in realtà.
Concludo con il dire che raggiungere un obiettivo è, senza dubbio, una delle cose più difficili della vita, in quanto richiede grande energia e impegno, ma allo stesso tempo è un’impresa possibile, che porta con sé grandi soddisfazioni.
Rossi Ilea
Essere sé stessi è sicuramente alla base di ogni processo di crescita: il crescere, infatti, presuppone una presa di coscienza che si sviluppa lentamente. Quando si è piccoli, si è completamente in balia della guida degli adulti, ma quando si inizia a crescere, bisogna imparare a pensare e a ragionare con la propria testa. Secondo me, la personalità, è proprio la capacità di seguire il proprio modo di pensare: ad esempio, ho notato che, pur essendo sempre insieme e “frequentando gli stessi giri”, io e le mie amiche abbiamo tutte personalità molto differenti, ma che ci rendono uniche. Come afferma l’articolo, molti giovani tendono a credere a tutte le informazioni che leggono sui social networks ma, a mio parere, se queste persone hanno già sviluppato la propria personalità e le proprie opinioni, devono essere capaci di trasformare queste informazioni che leggono e plasmarle per e sul proprio bisogno: rendere utili le notizie e non far parte del gregge, è questa la cosa più importante per me!
Personalmente, sono contraria ad una frase nel testo, in cui afferma che per essere più forte e più deciso, devi prima cadere per poi rialzarti… Secondo me l’importante è avere un carattere forte e degli obiettivi precisi, che possono anche cambiare durante la vita. Infatti io vedo gli obiettivi come gradini nella scala della vita, ed è importante raggiungerli per essere felice e per diventare orgogliosi di sé stessi.
giuliapolei
L’autrice di questo articolo ha totalmente ragione e condivido gli stessi pensieri. Questo articolo è significativo perché spiega la realtà di tutti i giorni: stiamo, cioè, vivendo in una società dove ognuno segue l’altro, nessuno cerca di essere se stesso, provano invece ad essere migliore, mostrandolo ad esempio sui social. Tutti si stanno allontanando dalla propria figura e dall’essere se stessi. La realtà non è quella online, bensì quella che dovremmo vivere tutti i giorni. Ogni essere vivente ha un sogno nel cassetto e nessuno può impedirgli di non realizzarlo: i sogni e i desideri sono quello di cui abbiamo più bisogno per costruirci una vita felice e migliore. I propri obiettivi non sono facili da raggiungere, come si pensa, ma ci vogliono impegno e costanza, per poi avere anche una soddisfazione propria.
Ait Moundou Sara
Ho deciso di leggere il seguente articolo, perché è quello il cui titolo ha subito catturato la mia attenzione: poi ho scoperto trattarsi delle parole del grande Leopardi infatti! Ho trovato davvero interessante l’argomento che Beatrice Nisi ha voluto esporre e concordo a pieno con le sue parole. Al giorno d’oggi, viviamo in una società dove gli individui tendono sempre di più a seguire ed imitare gli altri, finendo così per omologarsi e privarsi del proprio modo di essere, cosa invece della quale si ha bisogno per fare in modo che la propria vita abbia un senso vero e raggiungere la propria felicità.
Sofia Micucci
“Bisogna proporre un fine alla propria vita per vivere felici”. Scorrendo i vari articoli su SB OnLine questo titolo ha catturato subito la mia attenzione perché, diciamocelo chiaramente, noi adolescenti stiamo vivendo un periodo della nostra vita molto particolare, in cui alle difficoltà tipiche legate alla nostra giovane età, si associa spesso l’angoscia per il futuro, per ciò che ci riserverà la vita. Sono pochi i ragazzi e le ragazze così maturi da avere le idee già molto chiare su ciò che vogliono fare “da grandi” e che hanno già individuato il fine da dare alla propria vita per raggiungere la felicità. La maggior parte di noi brancola ancora nel buio, schiacciato dagli impegni quotidiani che spesso ti impediscono di pensare al di là del giorno successivo. Eppure il tempo per le scelte è quasi arrivato, già il prossimo anno dovremo decidere che tipo di indirizzo dare alla nostra vita, quantomeno nella scelta fondamentale tra studio e lavoro. Questo articolo mi è piaciuto molto perché si è fondato su due concetti fondamentali: il primo è che la nostra società sembra congegnata per voler ingabbiarci e omologarci in ogni momento della nostra vita, imponendoci modelli di comportamento, modi di vestire, musica da consumare, il tutto spesso in una cornice social che ci suggerisce di fare della nostra vita un continuo spettacolo pubblico di ogni nostro momento, anche intimo. Tutto questo ci porta a pensare che anche il nostro futuro potrebbe essere condizionato da scelte sbagliate prese proprio perché ingabbiati in questo mondo spesso fasullo, che non ci fa vedere e intravedere i nostri veri bisogni e le nostre reali esigenze. Eccoci quindi al secondo punto importante di questo articolo: per ritrovare davvero noi stessi, la nostra essenza, dobbiamo liberarci da questa gabbia di omologazione e falsità, per poter intravedere i nostri reali desideri e dare alla nostra vita quella impronta speciale che ci avvicinerà alla felicità. Andare controcorrente non è sempre facile e trova spesso degli ostacoli, anche solo ad esempio un parente o conoscente che ti sconsiglia di percorrere un certo percorso di studi perché “sarai una disoccupata”. Liberarci dalle mode e dai comportamenti, imposti dalla società, e seguire il nostro istinto e i nostri sogni, questo dovremmo fare. Ma non è facile.
Iana Bors
Come letto nell’articolo oggi noi adolescenti siamo tipo delle marionette che vengono comandate dalle notizie che vengono diffuse su internet: ogni adolescente si fa un mondo intorno dal quale non vuole uscire.
Noi adolescenti abbiamo mille problemi come ad esempio: la scuola, le amicizie che non vanno… E spesso ci rinchiudiamo in camera e non affrontiamo i problemi per il semplice motivo che i social e il mondo attorno a noi ci condizionano.
Ognuno di noi ha dei sogni e degli obiettivi che vuole raggiungere, per sentirsi finalmente realizzato, ma dietro a tutto questo c’è un sacco di lavoro e se non ci rimbocchiamo le maniche e prendiamo la situazione in mano, non riusciremo mai ad avere dei risultati…
Sì è vero nella vita si va incontro anche a degli ostacoli ma è proprio in quel momento che troviamo la forza per andare avanti; per finire vorrei dire che ognuno di noi, sia grande che piccolo, deve iniziare a lavorare per riuscire ad ottenere quello che vuole e i risultati non si vedranno a breve ma piano piano compariranno e finalmente ci sentiremo realizzati.
giulia masini
Quest’articolo mi ha incuriosito molto, facendomi riflettere in modo serio sulla domanda posta da Giacomo Leopardi:”A che mi servirà la mia vita?” Io personalmente sono d’accordo con l’autrice dell’articolo in quanto gli individui della nostra società sembrano non distinguersi, essere tutti uguali, magari per la paura di essere veramente loro stessi. Quindi io penso che per lasciare un segno nella nostra vita non dobbiamo avere paura di mostrare agli altri chi siamo veramente e distinguerci da coloro che fanno della società una monotonia!
Giorgia Gaggiotti
Leggendo questo articolo in tempo “post” covid, soprattutto post quarantene, mi rendo conto di quanto sia cresciuta in noi giovani questa voglia di trovare degli obiettivi e di raggiungerli, questa fame di raggiungere uno scopo e di dare un fine alla nostra vita.
L’autrice dell’articolo fa notare come il mondo che ci circonda tenti continuamente di standardizzarci, rendendoci tutti uguali: personalmente penso che la società riesca nel suo intento, privandoci delle nostre passioni e dei nostri sogni, mettendo in ridicolo l’idea di dedicarci completamente a ciò che ci appassiona e ci rende davvero noi stessi; ridicolizza, sminuisce e discrimina l’idea di un “io” diverso dagli altri, che sceglie di non iniziare a far parte del “noi” comune.
Penso però che non tutti i sogni vengano oppressi, ma che solo i sogni più astratti subiscano questa sorte: ad esempio se pensiamo ad un un ragazzo con il sogno di diventare avvocato, nessuno glielo impedirà o tenterà di fermarlo, ma se pensiamo allo stesso ragazzo che sceglie di diventare batterista, sarà rallentato dalle critiche e le parole di sfiducia pronunciate da chi lo circonda e dovrebbe, invece, spronarlo a dare il meglio di sé, qualsiasi sia il suo fine nella vita.
Nella categoria di sogni astratti si possono inserire anche le passioni fatte diventare impossibili, astratte, dalla disuguaglianza dei sessi; infatti se una donna sceglie di voler diventare infermiera nessuno le andrà contro, ma se proverà a salire di livello e diventare dottoressa, la società e il sistema in cui siamo inseriti le renderà il cammino per diventare medico, molto più difficile di quello che sarebbe stato se fosse stata uomo.
Penso quindi che un fine nella nostra vita, debba esistere e che possano essere anche più di uno; inoltre le passioni e i sogni veri e irrinunciabili, vanno sempre inseguiti e alimentati.
Rebecca Dalessandro
Sono pienamente d’accordo con il pensiero sviluppato in questo articolo, e condivido soprattutto l’ultima parte del primo paragrafo dove l’autrice si interroga se sia vero che gli adulti vogliano veramente permetterci di conoscere, perché la conoscenza rende noi liberi e loro incapaci di controllarci.
Da sempre sappiamo che l’ignoranza è una ricchezza per chi è sopra di noi; se noi non sappiamo, gli adulti possono modificare qualsiasi cosa a loro vantaggio, senza che noi ce ne rendiamo conto. Invece se noi conosciamo, siamo liberi di pensare individualmente, e siamo liberi di andare contro al pensiero di un adulto che non riesce più ad imporre il suo controllo su di noi e sui nostri pensieri.
Quindi è importante per noi crescere e sviluppare un pensiero e un modo di pensare individuale e critico, senza alcuna influenza da parte di nessuno.
bennymase8
Al giorno d’oggi molti ragazzi pensano solo all’apparire sui social, ma è colpa della società che ci circonda. Purtroppo se fai qualcosa di sbagliato, se ami qualcuno che “non si deve” o se agisci in un certo modo o ti comporti in un modo che alla società non va bene, vieni messo da parte e tutti ti “sparlano” e ti giudicano. La società, detto in un modo brusco, “fa schifo”, perché alla fine non ti permette di essere chi tu sei realmente, ma questo, ovviamente, varia da persona a persona.
Emma Agostini
“Bisogna porre un fine alla propria vita per viver felice”, non credo che la felicità sia una tappa finale da raggiungere nella vita. Per me la felicità la si può trovare nelle azioni più semplici nella quotidianità, nei gesti inaspettati, nelle parole di un amico, è uno stato d’animo che ognuno di noi può provare, da sollievo al cuore e spensieratezza alla mente, fa stare bene e può essere trovata in ogni momento.
Il nostro mondo è oggi frenetico, la tecnologia ci circonda costantemente e ci porta spesso a provare emozioni a volte artificiali e sensazioni “sintetiche”. Nella maggior parte dei casi il nostro unico obiettivo è soddisfare le aspettative altrui e non ci concentriamo su quelli che sono i nostri veri sentimenti.
Forse il segreto per creare e sviluppare un’identità è socializzare e fare esperienze che ci tengano più a contatto fisico con gli altri, perché sicuramente l’isolamento di questi ultimi due anni non ha favorito i rapporti umani. Specialmente alla nostra età per raggiungere la “felicità” abbiamo bisogno di sviluppare le nostre conoscenze, viaggiando, scoprendo e andando alla ricerca di cose nuove, taccandole e respirandole, non solo guardarle attraverso uno schermo.
vanessa tittarelli
Questo articolo fa molto riflettere perché rispetta la realtà di oggi: il ragazzo che si veste in modo differente o che ha delle idee diverse dagli altri viene considerato strano ed è lo stesso che poi viene escluso…
Un’altra cosa che mi fa riflettere è la frase “Bisogna porre un fine alla propria vita per viver felice” con cui non sono d’accordo, perché penso che la felicità non sia solo un periodo della vita, ma sia costituita da tanti piccoli momenti nella vita in cui si è veramente felici e secondo me più si avanzerà con il tempo (e quindi con la tecnologia) i momenti felici saranno sempre meno!-/
La tecnologia ci pone delle barriere immaginarie come quando stiamo in gruppo con altre persone e magari giochiamo a giochi sul telefono o guardiamo i social al posto di stare in compagnia…
I momenti felici sono quei momenti in cui non hai neanche tempo di prendere il telefono per guardare l’ora!
In conclusione non penso che serva stabilire un fine alla propria vita per essere felici, anzi il contrario, solamente bisogna vivere con meno tecnologia!
chiara giangiacomi
“Bisogna proporre un fine alla propria vita per viver felice”. Il titolo di questo articolo mi ha particolarmente colpita e mi trovo totalmente d’accordo con ciò che afferma. Sono infatti dell’idea che ognuno di noi è artefice del proprio destino e che abbiamo il potere di cambiare ciò che ci rende insoddisfatti. La vita d’altronde è fatta di scelte che, anche se difficili da prendere, creano quello che siamo e segnano il nostro futuro. Al giorno d’oggi, soprattutto noi giovani, ci limitiamo ad attendere un qualsiasi cambiamento senza fare alcuno sforzo per raggiungerlo. E tutto questo è anche provocato dai social che ci fanno credere in una realtà astratta ed illusoria.
Ciò che tutti dovrebbero capire è che andare controcorrente e cercare la propria strada è la giusta via per la felicità ma soprattutto per la libertà e l’indipendenza.
giulia masini
I giovani di oggi vengono manipolati senza rendersi minimamente conto dai social media, che hanno un’influenza diretta sulla nostra psiche. Ciò porta a renderci tutti uguali e a volte a ‘condividere’ anche gli stessi interessi, obiettivi e sogni; secondo me ci vorrebbe un po’ più di individualità e crearsi dei traguardi personali, che rappresentano la chiave per conoscere al meglio noi stessi.
michelle fiordoliva
Ho trovato questo articolo molto interessante perché invita a una profonda riflessione sulla ricerca della felicità e della realizzazione personale, in un mondo che spesso impone modelli di comportamento standardizzati. La citazione di Giacomo Leopardi ci ricorda l’importanza di interrogarci sul senso della nostra vita e dei nostri obiettivi, per poter creare un percorso autentico e significativo. È necessario sognare in grande, anche se ciò comporta rischi e cadute, perché è proprio dalle sfide che ci rialziamo più forti e consapevoli.
L’autenticità e la ricerca della propria felicità dovrebbero essere al centro delle nostre azioni, senza farsi condizionare dalle aspettative degli altri. Ognuno di noi ha la responsabilità di creare le proprie opportunità e di perseguire i propri scopi con determinazione e coraggio. Solo così potremo veramente sentirsi pienamente realizzati e felici.
Giulia Basadonne
Questo articolo sottolinea come la società attuale favorisce la manipolazione e l’ignoranza, ma è essenziale coltivare una mente autonoma con idee, valori e obiettivi. Vivere con uno scopo dà significato alla vita e raggiungere i propri sogni porta felicità, al contrario di una vita priva di obiettivi che può risultare monotona e influenzare negativamente il benessere emotivo.
Samuele Guazzarotti
Il problema dei giovani d’oggi è riuscire a distinguersi dalla massa e trovare la propria strada, il proprio percorso, la propria personalità. Questa scelta di distinguersi può portare a discriminazione e solitudine alla nostra età e questo ci spaventa un po’ a tutti. L’unico modo è quello di rimboccarsi le maniche e prendere le decisioni giuste senza timore perché sono occasioni per conoscere meglio noi stessi e vivere più felici.