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7 Comments

  1. 1

    sofia.latini

    Nel 2020 mi aspetto, che le donne, vittime di violenza, vengano aiutate e che si cerchi di fare di tutto pur di arrestare il colpevole. Ma purtroppo, nella maggior parte dei casi alla donna in questione vengono poste le seguenti domande: “Lei aveva la biancheria intima quella sera? Si ricorda di aver cercato su internet il nome di un anticoncezionale quella mattina? Lei trova sexy gli uomini che indossano i jeans?”, oppure vengono dette cose del tipo: “Se le donne non vogliono essere stuprate devono smetterla di vestirsi da poco di buono”. Ci rendiamo conto della gravità della situazione? Al giorno d’oggi una donna non può essere libera di indossare una gonna o una maglia scollata perché c’è il pericolo che un uomo possa stuprarla. È come se un ladro entrasse dentro una casa con la porta aperta e rubasse un oggetto. Anche se il padrone della casa avesse lasciato la porta aperta, ciò non permette al ladro di rubare. Le donne devono essere se stesse e questo non può essere considerato un reato. Negli ultimi anni, inoltre, come viene riportato dall’articolo qui sopra, sono aumentati anche i casi di femminicidio e la maggior parte delle volte questo delitto avviene per mano del marito o del compagno perché non accetta di essere lasciato, di essere rifiutato, non vuole una donna indipendente e che possa fare anche a meno di lui. La donna che osa ribellarsi, lo sfida, gli fa un affronto e questo lui non può permetterlo, così, finisce per ucciderla o sfigurarla in volto, allo scopo di sottometterla e umiliarla. L’uomo deve capire che la donna non è di sua proprietà, deve essere lasciata libera e, anzi, deve affiancarla ed appoggiarla nelle scelte che vuole intraprendere. A questo proposito riporto il discorso fatto in occasione del Festival di Sanremo dalla giornalista Rula Jebreal che si rivolge agli uomini dicendo: “Lasciateci essere quello che siamo e vogliamo essere. Madri di dieci figli o di nessuno, casalinghe o in carriera. Siate nostri complici, compagni e indignatevi quando qualcuno ci chiede che cosa abbiamo fatto per meritare quello che ci è accaduto. Noi donne vogliamo essere libere nello spazio, nel tempo, vogliamo essere silenzio, rumore. Vogliamo essere musica”.

  2. 2

    filippo.micucci@savoiabenincasa.it

    Hai ragione, si dovrebbe educare fin dalla culla al rispetto e all’uguaglianza. La cosa davvero drammatica è che spesso siano le donne stesse a farsi portatrici di pregiudizi contro il loro stesso sesso /-:

  3. 3

    giacomo.capicciotti

    Purtroppo la violenza sulle donne è un argomento più che attuale. Ne abbiamo un esempio riguardo a una violenza meno visibile nei paesi che a tutt’oggi sono conosciuti per non dare libertà al genere femminile, come ad esempio l’Afghanistan. In questo paese la legge dà alle donne la possibilità di guidare, ma sono poco più di 1000 le donne che guidano, su una popolazione di oltre 4 milioni di abitanti: un numero irrisorio! Il problema è dunque culturale, in quanto le donne sono sempre state sottomesse lì e solo poche sono abbastanza forti da cambiare il loro presente ed il loro futuro, per esempio prendendo la patente… Le reazioni? Rabbia, sconcerto e stupore… Sono quindi d’accordo che l’educazione per la parità parte dall’infanzia ed è prevalentemente un problema culturale, di diseducazione e di disinformazione.

  4. 4

    giorgiaquargnal

    Tempo fa mi sono ritrovata a leggere un saggio sulla violenza di genere e, leggendolo, ho trovato una frase tratta dal libro di Miriam Mafai, “Non è un paese per donne. Racconti di straordinaria normalità”, che recitava: “Ho vissuto per quasi cinquant’anni in un paese nel quale i mariti potevano picchiare la moglie per “correggerla”, nel quale l’unica forma di contraccezione prevista era l’aborto clandestino o il coitus interruptus, nel quale le donne non potevano entrare in magistratura, perché – aveva dichiarato alla Costituente un insigne giurista – per alcuni giorni del mese non sarebbero state in possesso dell’equilibrio necessario per giudicare.” Volete sapere di che paese si trattava? Con immenso dispiacere vi dico che si trattava dell’Italia. Leggendo questo spezzone del libro sono rimasta congelata, immobile, ho dovuto rileggere il pezzo per due o tre volte perché pensavo di essermi inventata quello che avevo letto, purtroppo però era la pura e unica verità. Da questo ho capito che le donne del passato hanno lottato con tutte loro stesse e con un’enorme forza di volontà per noi, per noi giovani donne del futuro, per non farci soffrire quello che loro, ma anche le loro madri, le loro nonne, le loro bisnonne hanno subito. Hanno lottato e noi, ritrovandoci qui oggi, abbiamo il compito molto importante di far rispettare quelle leggi che loro hanno ottenuto con sudore e fatica e dobbiamo soprattutto tenercele strette per continuare questo processo di eredità femminista: lo dobbiamo a noi, alle nostre figlie, alle nostre nipoti ma, in primo luogo a loro, alle nostre eroine.

  5. 5

    Emily Greco

    Nel corso dei secoli, la società ha fatto passi avanti in molti aspetti, ma purtroppo la violenza contro le donne persiste ancora oggi, causando dolore e sofferenza. Questo fenomeno, seppur ampiamente discusso, continua a manifestarsi in modi dolorosi e inaccettabili. La letteratura offre esempi vividi di donne forti e indipendenti, ma anche vulnerabili alla violenza e alla gelosia, come Mirandolina nella “Locandiera” di Goldoni e Carmen nell’opera francese.

    Le discriminazioni contro le donne persistono in molte parti del mondo, incluso in alcuni paesi islamici, dove una cultura misogina ostacola l’emancipazione femminile. Recentemente, l’Italia è stata scossa dalla tragica scomparsa di Giulia Cecchettin, una giovane donna uccisa dal suo ex-fidanzato. Questo tragico evento mette in luce il femminicidio come un atto di potere e controllo, non motivato dall’amore, bensì dalla manipolazione e dalla possessività.

    La giornata internazionale per l’abolizione della violenza sulle donne, celebrata il 25 novembre, si impegna a sensibilizzare e combattere i pregiudizi che perpetuano questa violenza. Il governo italiano ha istituito il numero 1522 per offrire aiuto e supporto alle vittime. Tuttavia, resta aperta una domanda fondamentale: perché le donne continuano a essere vittime di questi atti barbari e a dir poco disumani? E perché il caso di Giulia Cecchettin ci ha toccato più di altri, suscitando scalpore?

  6. 6

    giulia masini

    Ho trovato questo articolo molto interessante perché mette in evidenza diverse figure femminili di spicco nella storia, come Nefertiti e Cleopatra nell’antico Egitto, che hanno esercitato un notevole potere politico. Nel Medioevo, donne come Beatrice e Laura sono state importanti ispirazioni letterarie, mentre durante il Romanticismo, Madame de Staël ha rappresentato un modello di emancipazione femminile nella società letteraria. Inoltre, si menzionano le donne che hanno svolto ruoli cruciali durante le due guerre mondiali, contribuendo alla loro emancipazione. Queste figure dimostrano la continua lotta delle donne per l’uguaglianza e il progresso sociale nel corso della storia.

  7. 7

    Aurora Cosimi

    Questo articolo offre una panoramica storica della condizione femminile, evidenziando sia le conquiste che le sfide affrontate nel corso dei secoli. È interessante vedere come le donne abbiano sempre trovato modi per emergere nonostante le restrizioni sociali e culturali imposte loro. Tuttavia, l’autrice pone giustamente l’accento sul fatto che nonostante i progressi, la violenza contro le donne rimane un problema diffuso e urgente, che richiede azioni concrete e culturali per essere affrontato in modo efficace. La proposta di un cambiamento culturale sin dall’infanzia è particolarmente significativa, poiché sottolinea l’importanza di educare le future generazioni su valori di rispetto, uguaglianza e consapevolezza delle relazioni umane.

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