Articoli correlati

4 Comments

  1. 1

    camilla vecchione

    Vorrei aprire il commento con una citazione di Paolo Crepet, psichiatra e sociologo appartenente alla seconda metà del 900: “Educare significa tirare fuori il talento di ognuno, il suo grado di libertà, la strada per apprendere davvero”, perché in fondo la scuola serve sì a far acquisire delle conoscenze e delle competenze, ma anche ad ampliare i propri orizzonti e ad abbattere i nostri limiti e le nostre insicurezze. Credo che a questo punto si possa iniziare a parlare anche di una certa rivoluzione “interiore” del nostro modo di essere, di mettersi in gioco e di cambiare mentalità su certi aspetti, oltre che all’importantissima rivoluzione del maggio 1968, l’anno dei movimenti di massa da parte di studenti ed operai che hanno fatto sentire la propria voce e che a loro volta si sono “messi in gioco”, combattendo per dei valori e degli ideali che ritenevano assolutamente giusti. Essere cittadini del mondo significa anche questo: far parte di una comunità socialmente attiva e dirigere le proprie scelte verso il bene dell’intera collettività, condividendo valori ed idee. Anche la scrittura in questo senso ha un potere estremamente esortativo sia per gli studenti che per il popolo, perché rivendica il nostro modo di essere e ci rende uomini capaci di interagire con il mondo, aiutandoci ad esprimere i nostri sentimenti più remoti; a mio parere la scrittura fa venire fuori la nostra anima più profonda, e quando scriviamo, ritroviamo quella parte di noi stessi che avevamo perduto.

  2. 2

    raul

    Il fatto che il modo di porsi degli insegnanti sia cambiato durante questi ultimi anni è sempre stato indifferente agli studenti italiani e conseguentemente posto in secondo piano. Un metodo di insegnamento più duro può avere molti pregi ma sicuramente nella società di oggi non funzionerebbe. Attualmente è impossibile pensare che in queste scuole sempre più moderne, orientate costantemente all’utilizzo della tecnologia, un sistema di studi come quello di una cinquantina di anni fa avrebbe gli stessi risultati di quelli che si hanno oggi. Infatti, secondo il mio punto di vista, è presente una differenza notevole dal momento in cui i device come computer e tablet sono entrati a far parte del nostro mondo scolastico, sia a livello di tempi sia di ricerca. Tuttavia, come ogni novità, presenta anche degli aspetti negativi: uno dei più noti e complessi è quello della concentrazione, o in altre parole l’uso sbagliato dei mezzi tecnologici, talvolta utilizzati per fare altro, come per i social media, invece di rimanere attenti alla lezione.

  3. 3

    maddalena.mannucci

    Questo articolo, proprio come l’incontro stesso con Marta Montanari, mi ha permesso di rivivere passo passo o meglio, pagina dopo pagina, la storia evolutiva italiana a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Il giornale, oltre che essere una pagina di giornale scritta nero su bianco, può essere considerato un vero e proprio pezzo di storia al quale noi tutti possiamo accedere liberamente. Una rappresentazione di questa idea lo ritroviamo nel 1968 e, in particolare, nella città di Ancona prende il nome di Brogliaccio. Cercando qua e là è facile trovare delle informazioni per quanto riguarda questo giornale controcorrente anconetano perché ha influenzato moltissimi aspetti della società odierna. Dietro a questo, si è sempre celata una grande voglia di collaborare insieme, infatti, dietro a queste pagine di giornale si sono sempre mescolati studenti sessantottini pronti ad un vivace e utile confronto. La possibilità, infatti, di avere un giornale che unisse più menti oltre ad essere un ottimo punto per socializzare tra i giovani anconetani, era anche uno specchio della realtà che la gioventù viveva in quel periodo. Tra vari alti e bassi, questo giornale è sopravvissuto nel corso del tempo e noi giovani di oggi dobbiamo impegnarci a dargli sempre il giusto valore

  4. 4

    filippo.niccolini

    Questo articolo mi ha colpito, perché parla di una tematica molto interessante, ovvero la famosissima rivoluzione accaduta nel mese di maggio dell’anno 1968, che come dice l’articolo il baluardo delle rivoluzioni studentesche.
    Questa rivoluzione è molto importante ma soprattutto mi interessa perché a farla sono stati ragazzi proprio come noi avvero dei liceali, dunque ammiro molto la loro forza di volontà e di cambiamento nei confronti di un sistema scolastico troppo duro e freddo. Infatti penso che la relazione professore e alunno sia fondamentale per costruire un percorso di studi armonioso ed efficace, dunque apprezzo molto come già detto lo sforzo di questi ragazzi.
    Infine un altra nota positiva di questo articolo è che si parla di un qualcosa accaduto in Ancona la nostra città, ovvero il brogliaccio, una famosa testata studentesca che prima non conoscevo e sono fiero che nella mia città è nata un’iniziativa del genere

Lascia un commento

Powered By Savoia Benincasa C.M.: ANIS01200G C.F.: 93122280428

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza online. Accettando l'accettazione dei cookie in conformità con la nostra politica sui cookie.