Si è da poco concluso il mese di maggio, mese di ultime verifiche e interrogazioni scolastiche, del primo mare della stagione, ma soprattutto mese di rivoluzioni!
Maggio è simbolo di libertà, amore, rinascita, solidarietà e speranza: tutti valori che furono il baluardo del celeberrimo ‘Mai 68’, la prima vera e propria sommossa studentesca ad aver inevitabilmente segnato la storia, nonché ad aver rinnovato il sistema educativo, il modo di pensare e la società stessa.
Sì, insomma, dobbiamo ringraziare i nostri nonni, se oggi quell’approccio unilaterale, freddo e cinico tipico dei professori dell’epoca è stato sostituito da un rapporto di rispetto reciproco e di fiducia con i discenti.
Per non parlare degli aumenti salariali (in particolare alla classe operaia), la rivendicazione alla libertà sessuale, l’introduzione sociale dei moderni contraccettivi, la nascita dei primi movimenti femministi, ecologici e antimilitaristi…
Tutto questo accadeva in Francia, poco più di cinquant’anni fa sotto la presidenza di Charles de Gaulle, il quale puntò subito a un “retour à l’ordre”, reprimendo, spesso e volentieri sanguinosamente, le rivolte studentesche.
Non appena il vento rivoluzionario valicò le Alpi, gli italiani non rimasero impassibili; scesero anch’essi in strada, dietro le barricate, in nome di una “gioventù bruciata” stanca dei soprusi, delle ingiustizie e della corruzione di un governo da loro troppo distante (anagraficamente e ideologicamente parlando).
È proprio in questo periodo che ad Ancona nasce ‘Il Brogliaccio’, una testata studentesca con cadenza quasi mensile fondata e gestita solo ed esclusivamente da studenti provenienti dai vari istituti superiori anconetani.
L’obiettivo era quello di far circolare le notizie e le idee, di creare una gioventù consapevole, attiva e dotata di un proprio pensiero critico. Il Brogliaccio era la voce di una generazione emarginata, senza presente né futuro e quasi trasparente agli occhi della società.
La redazione era composta da ragazzi ambiziosi, determinati e pronti a mettersi in gioco, come lo è stato -ed è ancora – Nello Bolognini, giornalista e direttore del Brogliaccio (edito oggi nella versione digitale www.ilbrogliaccio.it). Nonostante di tempo ne sia passato, lo sguardo di Nello non è mutato: i suoi occhi brillano ancora di passione e lasciano trasparire un entusiasmo e un’intraprendenza ineguagliabili.
È lo stesso sguardo di Luciana Montanari – presidentessa dell’associazione ‘Laboratorio Culturale’ di Ancona – e di Marvi Maroni – ex redattrice e promotrice del progetto scolastico ‘Il Brogliaccio, verso il ’68 e oltre ’–, con le quali avevamo già avuto modo di collaborare al Convegno, sotto l’Egida comunale, del dicembre 2018; le due redazioniste abbiamo avuto l’opportunità di reincontrarle proprio mercoledì 8 giugno 2022 presso la libreria “Fogola Fà gola” di Ancona, nella doppia occasione di una tavola rotonda incentrata sul Sessantotto e il giornalismo studentesco all’epoca e di una presentazione degli Atti del convegno 2018, libro (che potete vedere nella foto qui a destra) a cui la ns Redazione ha ampiamente contribuito.
Presenti, oltre al detto Nello Bolognini e alla nostra redazione IIS Savoia Benincasa, “SB OnLine & On Air”, anche le redazioni degli altri istituti superiori di Ancona, in particolare ‘Eppur si muove’ del liceo scientifico Galileo Galilei e ‘Scritto su tela’ del liceo artistico Edgardo Mannucci.
Incredibile come tre generazioni di giornalisti (scolastici e non solo) condividano gli stessi principi, le stesse aspirazioni e come si riesca a creare un’atmosfera di intesa e di complicità tra persone, quasi sconosciute, con in comune solo una cosa: la scrittura come rivendicazione della propria libertà, del proprio pensiero e del proprio essere.
Questo è stato per me fare parte della Redazione di SB Online & On Air, oltre che sentirsi parte di una piccola comunità socialmente attiva, sempre pronta a cogliere nuove opportunità e ad esprimersi apertamente senza temere critiche o giudizi negativi.
La scuola infatti non è fatta solo da lezioni frontali, verifiche e interrogazioni; la scuola è prima di tutto imparare e conoscere il mondo, uscire dalla propria ‘comfort zone’ e ampliare i propri orizzonti.

Da Fogola Fa’gola la ns Redazione SB: Maddalena Mannucci, Eva Mordenti e Laura Galasso, nel passaggio di testimone coi “redattori del Brogliaccio ’68”
“Depongo la penna” e concludo il mio percorso, ringraziando di cuore l’intera redazione, in primis la ‘Radio Prof’ Eva Maria Mordenti, per avermi insegnato a volare con le mie ali.
“E pronti a partire, rischiare la strada
I fiori più veri non son quelli di serra”
LAURA GALASSO, CAPOREDATTRICE “USCENTE ’22” SB ONLINE & ON AIR, 5B ESABAC
4 Comments
camilla vecchione
Vorrei aprire il commento con una citazione di Paolo Crepet, psichiatra e sociologo appartenente alla seconda metà del 900: “Educare significa tirare fuori il talento di ognuno, il suo grado di libertà, la strada per apprendere davvero”, perché in fondo la scuola serve sì a far acquisire delle conoscenze e delle competenze, ma anche ad ampliare i propri orizzonti e ad abbattere i nostri limiti e le nostre insicurezze. Credo che a questo punto si possa iniziare a parlare anche di una certa rivoluzione “interiore” del nostro modo di essere, di mettersi in gioco e di cambiare mentalità su certi aspetti, oltre che all’importantissima rivoluzione del maggio 1968, l’anno dei movimenti di massa da parte di studenti ed operai che hanno fatto sentire la propria voce e che a loro volta si sono “messi in gioco”, combattendo per dei valori e degli ideali che ritenevano assolutamente giusti. Essere cittadini del mondo significa anche questo: far parte di una comunità socialmente attiva e dirigere le proprie scelte verso il bene dell’intera collettività, condividendo valori ed idee. Anche la scrittura in questo senso ha un potere estremamente esortativo sia per gli studenti che per il popolo, perché rivendica il nostro modo di essere e ci rende uomini capaci di interagire con il mondo, aiutandoci ad esprimere i nostri sentimenti più remoti; a mio parere la scrittura fa venire fuori la nostra anima più profonda, e quando scriviamo, ritroviamo quella parte di noi stessi che avevamo perduto.
raul
Il fatto che il modo di porsi degli insegnanti sia cambiato durante questi ultimi anni è sempre stato indifferente agli studenti italiani e conseguentemente posto in secondo piano. Un metodo di insegnamento più duro può avere molti pregi ma sicuramente nella società di oggi non funzionerebbe. Attualmente è impossibile pensare che in queste scuole sempre più moderne, orientate costantemente all’utilizzo della tecnologia, un sistema di studi come quello di una cinquantina di anni fa avrebbe gli stessi risultati di quelli che si hanno oggi. Infatti, secondo il mio punto di vista, è presente una differenza notevole dal momento in cui i device come computer e tablet sono entrati a far parte del nostro mondo scolastico, sia a livello di tempi sia di ricerca. Tuttavia, come ogni novità, presenta anche degli aspetti negativi: uno dei più noti e complessi è quello della concentrazione, o in altre parole l’uso sbagliato dei mezzi tecnologici, talvolta utilizzati per fare altro, come per i social media, invece di rimanere attenti alla lezione.
maddalena.mannucci
Questo articolo, proprio come l’incontro stesso con Marta Montanari, mi ha permesso di rivivere passo passo o meglio, pagina dopo pagina, la storia evolutiva italiana a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Il giornale, oltre che essere una pagina di giornale scritta nero su bianco, può essere considerato un vero e proprio pezzo di storia al quale noi tutti possiamo accedere liberamente. Una rappresentazione di questa idea lo ritroviamo nel 1968 e, in particolare, nella città di Ancona prende il nome di Brogliaccio. Cercando qua e là è facile trovare delle informazioni per quanto riguarda questo giornale controcorrente anconetano perché ha influenzato moltissimi aspetti della società odierna. Dietro a questo, si è sempre celata una grande voglia di collaborare insieme, infatti, dietro a queste pagine di giornale si sono sempre mescolati studenti sessantottini pronti ad un vivace e utile confronto. La possibilità, infatti, di avere un giornale che unisse più menti oltre ad essere un ottimo punto per socializzare tra i giovani anconetani, era anche uno specchio della realtà che la gioventù viveva in quel periodo. Tra vari alti e bassi, questo giornale è sopravvissuto nel corso del tempo e noi giovani di oggi dobbiamo impegnarci a dargli sempre il giusto valore
filippo.niccolini
Questo articolo mi ha colpito, perché parla di una tematica molto interessante, ovvero la famosissima rivoluzione accaduta nel mese di maggio dell’anno 1968, che come dice l’articolo il baluardo delle rivoluzioni studentesche.
Questa rivoluzione è molto importante ma soprattutto mi interessa perché a farla sono stati ragazzi proprio come noi avvero dei liceali, dunque ammiro molto la loro forza di volontà e di cambiamento nei confronti di un sistema scolastico troppo duro e freddo. Infatti penso che la relazione professore e alunno sia fondamentale per costruire un percorso di studi armonioso ed efficace, dunque apprezzo molto come già detto lo sforzo di questi ragazzi.
Infine un altra nota positiva di questo articolo è che si parla di un qualcosa accaduto in Ancona la nostra città, ovvero il brogliaccio, una famosa testata studentesca che prima non conoscevo e sono fiero che nella mia città è nata un’iniziativa del genere