8 Gennaio 2020.
Più di 400 nomi di ragazzi sono stati scritti, dal Comune di Ancona, nella LISTA DI LEVA MILITARE CLASSE 2001.
Era una normalissima e lunghissima lezione di Matematica, quando sento il mio telefono vibrare. Tra le notifiche del mio cellulare, un messaggio da Nicole: “Raga è uscita la lista della Leva militare di quest’anno! Ci sta un botto di gente che conosciamo!”
Panico.
“Che cos’è la leva militare? Qualcuno deve arruolarsi? I miei amici devono partire per il fronte? Siamo in guerra? Moriremo tutti?” Sono solo alcune delle domande che hanno assalito il mio cervello.
Per fortuna poi abbiamo scoperto che si trattava di un avviso di routine dei Servizi Demografici che notifica l’aggiornamento delle liste di Leva in tutti i Comuni italiani e precisa l’obbligo dei giovani, che hanno raggiunto la maggior età, dell’inserimento nelle liste di Leva: questo obbligo permane, mentre invece l’obbligo del servizio militare è sospeso dalla legge 226 del 23 agosto 2004. Sospeso, ripetiamo, non abolito.
Ma allora da dove arriva questa nostra preoccupazione?
Questi giorni si sente sempre più parlare di una probabile terza guerra mondiale, ma che cosa sta succedendo realmente?
Facciamo un salto nel passato, più precisamente torniamo alla Prima Guerra Mondiale la quale scoppiò come risultato di una forte crisi e divisione politica tra l’impero austro ungarico e la Serbia. Forse non tutti però ricordano che la scintilla che fece “scatenare l’inferno” fu l’omicidio di Francesco Ferdinando, erede al trono della monarchia austroungarica, che fu assassinato a Sarajevo nel 1914, da un nazionalista serbo.
Potremmo descrivere la storia come una lunga linea retta, formata da un susseguirsi di fatti che pur non ripetendosi mai, tendono a riproporsi in maniera più o meno simile.
Oggi, le tensioni che più si fanno sentire sono quelle tra Stati Uniti e Iran. Si tratta di una guerra già in corso da anni, caratterizzata da bombardamenti mirati e operazioni segrete. Recentemente, le divergenze si sono intensificate. Esattamente il 3 gennaio 2020, il generale iraniano Qasem Soleimani è stato colpito e ucciso da un attacco aereo americano, nell’aeroporto di Baghdad in Iraq, creando così un forte clima di tensione tra i due Stati. Sicuramente il fatto non poteva passare inosservato e le parole minacciose e di rivendicazione dell’Iran ci fanno intuire i preparativi per reali piani d’attacco.
Il territorio italiano però, non sfugge completamente al pericolo. Lo “stivale” per una serie di implicazioni politiche, geografiche e strategiche si trova parzialmente coinvolto nel conflitto, numerose basi americane si trovano in Italia.
L’Italia però, sta rischiando anche su un altro fronte. In Libia è in atto una guerra civile tra due uomini: Fayez al-Sarraj, che risiede a Tripoli e Khalifa Haftar, capo dell’esercito nazionale libico; quest’ultimo, il 4 aprile 2019, ha lanciato un’offensiva per conquistare la metropoli e per avere pieno controllo del Paese. Il conflitto però, rischia di sfociare in una vera e propria terza guerra mondiale.
Nonostante l’Italia continui a tenere aperta la propria ambasciata a Tripoli e quindi ad appoggiare, implicitamente, il governo di Sarraj, il nostro Paese preferirebbe mantenere una posizione neutrale. Questa decisione è stata presa per interessi economici italiani in Libia, Eni in primis domina le relazioni italo-libiche riguardanti il mercato delle risorse energetiche.
L’arrivo di migranti in fuga e di terroristi in libera uscita è un altro rischio per l’Italia, la quale per una questione di vicinanza geografica, si troverà probabilmente ad accogliere sbarchi di libici in evasione.
Le basi per una possibile terza guerra mondiale sono state fondate, sia in territorio iraniano che in quello libico e noi italiani non dovremmo ignorare il fatto che viviamo ai confini della prossima guerra mondiale.
ELENA SOFIA BONCELLI, 5C ESABAC
2 Comments
giacomo.capicciotti
Nella lista per la leva militare ci sono molti nomi conosciuti e… è presente anche il mio! Questa cosa mi spaventa molto, anche se poi abbiamo scoperto in classe che è una formalità di routine che viene fatta ogni anno. Il pericolo imminente di una possibile guerra mondiale fa paura a me come dovrebbe far paura a tutti, in quanto (come di dice nell’articolo) gli avvenimenti dei giorni scorsi sono molto simili a quelli che hanno scatenato la prima guerra mondiale. La speranza è quella di un accordo pacifico, ma, anche vista la mia esperienza negli Stati Uniti durnate l’esperienza di un anno scolstico presso una high school americana, non sono sicuro si possa raggiungere tanto facilmente, perché gli Stati Uniti, e soprattutto il loro attuale Presidente, sono molto favorevoli alla guerra, vedendo il loro paese come il migliore e il più potente del mondo.
Sara Kaouech
In questo periodo è partito l’hashtag #worldwarthree su tutti i social media, nemmeno fossimo ai tempi del tentato assassinio di Reagan! E giustamente il mondo è in allerta. Ma il vero trauma è per coloro che già si immaginano un ritorno della leva obbligatoria; non possono certo mica farci sentire più rassicurati con un “per essere sicuri”, non è mica come prendere un etto in più di salame, “in caso avessi fame, almeno sono pronto”, NO! Qui stiamo parlando di un’ipotetica TERZA GUERRA MONDIALE e ancora a scuola non sentiamo nessun professore parlarne, ancora nessuno che ci informa di quello che sta succedendo OGGI nel nostro pianeta, perché troppo presi dal raccontarci la vita di autori morti un secolo fa.
Siamo davvero sicuri che vogliamo farci proteggere dalle ultime generazioni? Voglio dire, anche io faccio parte delle ultime generazioni, ma se neanche sappiamo il significato di “leva militare”! Se non veniamo mai aggiornati attivamente a scuola di ciò che accade nel mondo, noi che siamo abituati solo a tenere in mano un cellulare (che non è mai da sottovalutare come arma), saremo in grado di tenere un’arma vera? Insomma, già per noi “ultimi arrivati” nel mondo è dura, tra la disoccupazione crescente, la perdita di fiducia nelle istituzioni e gli scontri interni nel nostro Paese: ora magari ci troviamo sull’orlo di un’ipotetica guerra!…
Concludo ricordando le parole di Jean-Paul Sartre: “Quando i ricchi si fanno la guerra tra loro, sono i poveri a morire”.
In questo caso i “poveri” siamo NOI.