Diritti umani oggi: tra teoria e pratica
Nel libro “I diritti umani oggi” di Antonio Cassese si parla di diritti umani, ovvero quei diritti che nella vulgata sono considerati naturali e che ogni Stato dovrebbe garantire ai suoi cittadini; tuttavia la loro realizzazione è, oggi come ieri, costantemente messa in discussione. Cassese nel suo ragionamento cita il biologo Jean Hamburger, il quale sostiene che questi diritti non sono biologici bensì una “ribellione contro la legge naturale”. Infatti, secondo il biologo, l’uomo è per natura egoista e l’istinto di sopravvivenza lo porta a prevaricare gli altri. Gli unici sentimenti di altruismo vengono riservati alla cerchia dei familiari da proteggere. I diritti umani sono, quindi, una “vittoria dell’io sociale su quello biologico” perché costringono l’uomo a non abbandonarsi ai propri impulsi egoistici. È proprio questo il motivo per il quale la loro realizzazione è un processo lungo, non lineare e, a volte, impercettibile, proprio come i fenomeni naturali che mutano clima e geografia. A differenza di questi, però, non avvengono indipendentemente dall’uomo ma implicano la partecipazione attiva di intere generazioni. Cassese cita una frase di Nelson Mandela “dopo aver scalato una grande collina ho trovato che vi sono ancora molte più colline da scalare” per rimarcare che il processo di realizzazione dei diritti umani non ha mai fine e che necessariamente va, e andrà, incontro a molti ostacoli di natura sociale e politica.
La tutela internazionale dei diritti umani è un dibattito sempre aperto. Consideriamo ad esempio un recente fatto di cronaca: nelle ultime settimane, l’Unione Europea ha discusso su come intervenire in difesa del popolo curdo a seguito dell’attacco da parte della Turchia. Il premier turco Erdogan, infatti, vuole costituire una zona di confine in cui spedire gli immigrati fuggiti dalla guerra siriana. I curdi, impegnati in prima linea nella guerra contro l’Isis stanno subendo la violenza di questo attacco. Questo popolo stanziato fra Turchia, Iran, Iran e Siria lotta da sempre per l’indipendenza (osteggiata da tutte le potenze nominate) è l’unico tra i popoli di quell’area a rivendicare attivamente principi democratici e di uguaglianza. Come ha reagito l’Unione europea a questo attacco? L’unico provvedimento che l’UE ha preso il merito è stato quello di interrompere la vendita di armi alla Turchia; questo provvedimento si rivela inutile, soprattutto perché i turchi erano già carichi di armi e si sono poi rivolti alla Russia. In tutto ciò i curdi subiscono i bombardamenti e gli attacchi via terra.
L’UE e l’ONU, che dovrebbe essere il garante dei diritti internazionali, restano a guardare mentre gli unici loro “alleati” in Medio Oriente vengono uccisi.
Questo evento è una sconfitta proprio di quei diritti umani su cui stiamo ragionando. Ma quale sarebbe potuta essere un’altra soluzione? Entrare in guerra a fianco dei curdi e, uccidendo, infrangere anche noi il diritto alla vita? Un’altra possibilità era stata quella di imporre delle sanzioni alla Turchia. Erdogan in risposta a questa possibilità ha minacciato l’Unione Europea di spedire gli stessi migranti di cui si è voluta liberare l’Europa, offrendo diversi miliardi di euro alla Turchia, affinché ‘gestisse’ il fenomeno migratorio conseguente alla guerra in Siria: si tratta di milioni di profughi che cercavano una via di accesso all’Europa. E così, per interessi politico-elettorali, questa possibilità di sanzionare la violazione commessa dalla Turchi è stata abbandonata dall’UE stessa.
Quindi, forse, Hamburger aveva ragione a sostenere che l’uomo, sia come individuo sia come essere che fa parte di una società più o meno ampia, esprime più volentieri la propria natura egoista e, quindi, la lotta per i diritti umani è qualcosa che, con grande fatica, ci autoimponiamo cercando di reprimere quella stessa natura. Ma se non facessimo questo sforzo immane di sottrarci alla nostra natura biologica, cosa ne sarebbe di tutti noi? Non promuovere e difendere, comunque e anche contro ogni evidenza storica di mancata realizzazione, i diritti umani è sottomettersi alla logica dell’uomo che sopravvive solo se sopraffà il suo simile.
NICOLE FORNICH, 5DS
3 Comments
Giorgia Cinesi
La lotta per i diritti umani è da sempre stata dura e tuttora, come viene spiegato in maniera molto interessante nell’articolo in questione, è difficile farli valere e difenderli. È per l’appunto una guerra che, nonostante nel tempo abbia superato numerosi ostacoli, non si concluderà mai con un esito positivo. A dimostrarlo sono gli spiacevoli eventi che continuano a verificarsi in tutte le parti del mondo oggigiorno. La notizia dei segreti (oramai non più) campi di concentramento e detenzione in Cina rappresenta una vera e propria violazione di questi diritti umani che tanto dovrebbero essere tutelati. E la cosa più sorprendente è il voler cercare di nascondere il tutto da parte della Repubblica Popolare, che si giustifica definendo i presunti campi “istituti educativi e vocazionali su base volontaria”. Essi nascono in seguito ad una serie di attentati e scontri etnici scoppiati nella regione dello Xinjiang, abitata dagli Uiguri (etnia di religione islamica) contro il popolo cinese. Sono proprio gli Uiguri ad essere stati rinchiusi dentro questi campi per cercare di prevenire o eliminare direttamente le loro idee estremiste e terrorismo. A far svanire l’idea di un centro pacifico di rieducazione, sono state varie testimonianze che hanno descritto il posto come un inferno: torture, stupri, separazione di famiglie, imposizioni che vanno contro la fede musulmana… Un vero e proprio controllo fisico e mentale, che spoglia i prigionieri di qualsiasi diritto umano. Le autorità cinesi pensano di star facendo del bene eliminando il problema “terrorismo” dalla radice, quando stanno solamente attuando un altro olocausto. Ma la Cina nega tutto: che non si stia rendendo conto in coscienza della propria immoralità e della totale noncuranza con cui tratta i diritti umani?
claudia fede
La questione dei diritti umani è ancora aperta. Ogni stato del mondo dovrebbe per prima cosa garantire i diritti ai propri cittadini, ma purtroppo questi passano spesso in secondo piano o vengono addirittura dimenticati. Effettivamente i diritti umani sono gli elementi alla base di una comunità: senza di essi l’uomo non si pone limiti, tutto è lecito e non vi è alcun interesse per chi abbiamo intorno a noi. Sfortunatamente, ancora ai nostri giorni non ovunque i diritti vengono riconosciuti e rispettati. Recentemente per esempio, sono stati uccisi in Iran un gran numero di manifestanti che protestavano contro il costo della benzina. E sono ancora tanti gli esempi che si possono riportare, basti pensare infatti a luoghi come la Cina, dove i musulmani vengono torturati e la Siria, dove la guerra ha distrutto le scuole, privando bambini e ragazzi del diritto allo studio. Purtroppo la violazione dei diritti umani è molto diffusa, sebbene esistano associazioni e organizzazioni a salvaguardia di essi, come Amnesty International.
filippo.micucci@savoiabenincasa.it
Homo homini lupus, come diceva Terenzio prima e Hobbes poi. E dicevano il vero. Questa natura violenta dell’uomo, in paesi democratici e non, la possiamo riscoprire ogni volta che si partecipa ad una guerra quando, immancabilmente, stupri e violenze vengono perpetrati sulla popolazione inerme, perché si è in zona “esterna al diritto”, dove si può restare impuniti con facilità. Tutto questo è ripugnante. Le leggi condivise e meditate garantiscono almeno un argine alla deriva umana.