Confrontando l’Italia con altri paesi europei, possiamo notare che, almeno fino ad oggi, nel corso della nostra storia vi è stata una decisa minoranza di donne all’interno del mondo della politica.
Lasciando da parte il proprio ideale politico e ciò che si sostiene… Come si fa a non emozionarsi nel vedere una donna così determinata, camminare all’interno del Quirinale e ricevere un incarico politico di primaria importanza?
Sin da subito però, questa prima premier italiana ha, in qualche modo, compromesso l’ideale super partes della vittoria, con la sua dichiarazione di essere “donna, madre e cristiana”…
Giorgia Meloni ha poi evidenziato che la carica acquisita è legata fortemente al potere, rafforzando così l’idea della “donna con le pa**e”, unico modo da parte del pubblico di concepire una donna decisa e ostinata in ciò che fa. Emergono alcuni dubbi sul tipo di politica di genere che la Meloni dovrebbe esercitare: il richio è di retrocedere, come tutte le altre donne, verso il posto che il patriarcato le ha assegnato, rendendo ancora più evidenti gli ostacoli del percorso che dovrebbe portare le donne verso i luoghi apicali della rappresentanza.
D’altra parte, il 26 febbraio 2023, Elly Schlein vince le primarie e diventa la nuova segretaria del Partito Democratico. La deputata è risultata vincitrice alle primarie con il vantaggio del 53,8%, contro il 46,2% di Bonaccini.
La mozione con cui si è presentata Schlein vede al centro le questioni di giustizia sociale e climatica: “Non si può lottare efficacemente contro le disuguaglianze se non si affronta nello stesso tempo l’emergenza climatica. E viceversa non si può attuare una conversione ecologica senza accompagnare in essa tutta la società, a partire da chi lavora e dalle fasce più fragili e più esposte, per non lasciare indietro nessuno“.
Con l’elezione di Elly Schlein, appare evidente la nascita di un nuovo bipolarismo perfetto, incarnato sulla contrapposizione tra quest’ultima e la Presidente del Consiglio: Elly Schlein VS Giorgia Meloni.
Una madre, cristiana, italiana. L’altra che ama una donna, laica, cosmopolita.
Una che vuole abolire il reddito di cittadinanza, l’altra che vuole abolire il precariato.
Una che teme gli effetti della transizione verde, l’altra che teme il riscaldamento globale.
Una nazionalista, l’altra europeista.
Una che vuole chiudere i porti ai migranti, l’altra che vuole cambiare il trattato di Dublino.
Una convinta proibizionista in tema di droghe leggere, l’altra che vuole legalizzarle.
Una che si fa chiamare “il” presidente, l’altra che vuole abbattere il patriarcato.
Certo, al momento “la sfida” tra la Meloni e la Schlein è decisamente impari. Una è la presidente del consiglio, con quasi un 30% dei consensi, mentre l’altra è la nuova leader di un partito in crisi. Nonostante tuttosembri a favore di Giorgia Meloni, l’esito dell’antitesi tra le due figure femminili non è scontato. In effetti, durante i decenni abbiamo notato come l’Italia sia un Paese profondamente conservatore, nostalgico, ma è anche un Paese ciclicamente attraversato dall’aspirazione di essere diverso da com’è: sta a Elly Schlein provare a realizzare questa aspirazione al rinnovamento, e sta a Giorgia Meloni cogliere la sfida dell’opposizione per migliorare il Paese, che entrambe le parti amano.
La partita è appena cominciata.
ILEA ROSSI, 5B ESABAC
One Comment
davide.micucci
La triste realtà è che poche donne raggiungono alte vette nella politica e in ogni altra sfera rilevante e le poche che riescono a raggiungere il podio si descrivono in modo ridicolo. Definirsi donna con le palle è già una sconfitta perché confermi che nella tua scala dei valori ad avere fegato sono solo gli uomini. Che cambiamento politico può concretizzarsi se viene da una donna con le palle? Elly Schlein rappresenta invece il nuovo e il diverso: benvenuta !